L’analisi, presentata dal direttore commerciale UniCredit Toscana, Stefano Giorgini e da Serena Frazzoni, responsabile Analisi economie territoriali dell’Ufficio studi divisione retail, si basa sulle interviste dirette ad un campione di 250 piccoli imprenditori locali.
Dall’analisi delle risposte fornite al questionario emerge che gli imprenditori fiorentini considerano il peggio ormai alle spalle, avendo indicato un indice di fiducia pari a 91, sostanzialemente allineato al valore nazionale di 93. Atteggiamento positivo che viene confermato dall’indice di fiducia nei confronti dei prossimi 12 mesi, pari a 108, contro i 74 assegnati allo scorso anno.
La fiducia è molto più alta sui fattori endogeni, come andamento degli investimenti e occupazione, sui quali l’imprenditore ha maggiore capacità di decisione e controllo, piuttosto che sui fattori esterni all’azienda come la situazione economica, l’andamento del settore, l’andamento dei ricavi e i tempi d’incasso: investimenti ed occupazione raccolgono entrambi un indice di fiducia di 100, mentre alla situazione economica generale viene assegnato un valore di 63, più basso rispetto al 68 della media nazionale.
Tra le cause delle difficoltà sopravvenute nell’ultimo anno il campione toscano e quello italiano sono invece allineati nel peso assegnato alla riduzione di vendite italia (rispettivamente 64,6% e 71,8%) ed all’aumento del costo delle materie prime (60,0% e 64,1%). La distanza tra locale e nazionale aumenta sensibilmente sul tema dell’allungamento dei tempi di pagamento, segnalato in Toscana dal 64,% degli intervistati, contro il 76,6% nazionale, e sulla riduzione delle vendite estero che in provincia di Firenze segnala un 24,8% mentre in Toscana e Italia sono sostanzialmente allineati intorno al 20,5%.
Il 70% degli imprenditori della Toscana e quelli fiorentini in particolare ritengono la solidità della propria azienda adeguata all’attività svolta.
Al centro delle loro preoccupazioni è però la possibilità di sviluppo del proprio business: il 42% a Firenze ed il 38% in Toscana degli intervistati ritengono che con una maggiore solidità ci sarebbero nuove opportunità di crescita, mentre per contro solo il 31% (allineato al dato italiano del 31,2%) ritiene che anche con un patrimonio maggiore non avrebbe migliori opportunità di mercato.