L’INCHIESTA. Lottizzazione del territorio, scambi di favori e di denaro in cambio di una gestione in grado di favorire amministratori locali e imprenditori: questo lo scenario emerso dall’indagine.
“Non mi sento – ha aggiunto Cocchi – né dimezzato nella mia autorità né nella mia capacità di svolgere gli uffici che adesso sono chiamato a svolgere, ma ho comunque messo il mio mandato nelle mani del presidente Martini”.
L’ipotesi di reato è quella di aver favorito un imprenditore mugellano, amico di lunga data, sulla destinazione a discarica di un terreno nel Comune di Barberino, dove Cocchi dal 1990 al 1999 è stato sindaco. “Non ho fatto pressioni illecite – ha detto Cocchi – mi sono sempre limitato a esercitare azioni di carattere politico e sono del tutto tranquillo”.
GLI INDAGATI. Sono almeno 13 gli indagati nell’inchiesta, partita da alcuni accertamenti sulla realizzazione di opere legate alla nuova viabilità autostradale nel Mugello, contemporanee alla costruzione di un outlet. Le indagini riguarderebbero opere progettate tra il 1990 e il 2008.
Oggi gli agenti della polizia stradale hanno svolto perquisizioni in uffici e abitazioni private tra Firenze, Barberino del Mugello, Signa e Borgo San Lorenzo.
Tra gli indagati, oltre all’assessore Cocchi, risultano il consigliere regionale Gianluca Parrini (Pd), l’ex sindaco di Barberino del Mugello Gianpiero Luchi e due componenti della sua giunta di centrosinistra (1999-2009), Alberto Lotti, ex vicesindaco, e Daniele Giovannini, ex assessore.
“Ritengo di essere completamente innocente – aggiunge Paolo Cocchi – sono molto sereno, spero che la Magistratura faccia in tempi brevi tutti gli accertamenti del caso e penso che tutto si risolverà in una sorta di certificazione di onestà”.