Termina il restauro dell’Altare d’argento del Battistero di San Giovanni, uno dei grandi capolavori conservati nel Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze. Dal 1 aprile 2012 torna visibile al pubblico dopo un complesso restauro, durato circa sei anni, diretto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze su incarico dell’Opera di Santa Maria del Fiore.
LA PRESENTAZIONE. Nella stessa occasione viene presentata anche la grande Croce d’argento posta sopra l’altare, eseguita tra il 1457 e il 1459 da Antonio del Pollaiolo e collaboratori, tra cui probabilmente Cennini, per custodirvi un frammento della croce di Cristo, donato secondo la leggenda da Carlo Magno. Sia l’Altare d’argento che la Croce facevano parte del tesoro del Battistero di San Giovanni mostrato ai fedeli due volte all’anno in occasione della festa del Perdono e del San Giovanni Battista.
IL RETSAURO. Il restauro ha restituito lucentezza e leggibilità alle due opere, alterate da vari fenomeni di degrado. Nel caso dell’altare, l’ossidazione dell’argento oltre a causare danni irrevocabili agli smalti faceva apparire l’opera di un color grigio – nero invece che argenteo.
L’ALTARE. Il monumentale altare d’argento (cm 310 x 150 x 88) fu commissionato nel 1366 dall’Arte di Calimala come dossale per l’altare maggiore del Battistero: occorsero oltre cento anni di lavoro, 200 chili d’argento e 1050 placchette smaltate per portarlo a termine nel 1483. Alla sua realizzazione lavorano i maggiori maestri orafi e scultori di più generazioni: da Leonardo di ser Giovanni e Betto di Geri a Cristofano di Paolo, Tommaso Ghiberti e Matteo di Giovanni, Bernardo Cennini, Antonio di Salvi, Michelozzo, Antonio del Pollaiolo e Andrea del Verrocchio.
LE FORMELLE. Tra le dodici formelle che descrivono la vita di san Giovanni, l’ultima in ordine di tempo è la Decollazione del Battista eseguita da Andrea del Verrocchio, ma la costruzione prospettica, l’architettura classicheggiante e le drammatiche reazioni emotive hanno fatto pensare anche a un intervento di Leonardo, allievo del Verrocchio.
LA CROCE. Come l’altare d’argento, la Croce fu commissionata dall’Arte di Calimala per contenere un frammento della croce di Cristo, il cui culto rischiava di passare in secondo piano con l’arrivo a Firenze di un’altra reliquia di proprietà dell’Arte della Lana, eterna concorrente di Calimala.