Firenze maglia nera in regione per polveri sottili e biossido di azoto, per le pm10 i valori più alti si registrano anche a Pisa e Prato, mentre Siena è la città dove le cose vanno meglio: questa in sintesi la mappa dell’inquinamento dell’aria 2024 in Toscana secondo Legambiente. L’associazione ambientalista ha diffuso i dati del rapporto “Mal d’Aria di città”, che ha analizzato la situazione dell’anno scorso in tutti i capoluoghi di provincia italiani. I livelli di inquinanti si riducono leggermente, ma non abbastanza velocemente per rientrare in quelli che saranno i futuri limiti di legge. L’Unione Europea sta infatti per varare la nuova normativa, più stringente, in vista del 2030.
Firenze e i livelli di biossido di azoto
Firenze fa parte delle prime dieci città italiane con i livelli più alti di biossido di azoto (N02), avendo fatto registrare una concentrazione annua di 29 µg/mc, in leggero miglioramento rispetto al precedente rapporto. Proprio questo inquinante è quello che ha causato negli ultimi anni i principali sforamenti dei limiti di legge alla centralina di rilevamento di viale Gramsci, causando il blocco del traffico sui viali per i diesel euro 5. Stazionaria in città la situazione per pm10 (24 µg/mc) e pm2.5 (13).
Secondo l’analisi di Legambiente, in vista dei nuovi e più stringenti limiti Ue, Firenze è ancora indietro: da qui al 2030 è necessaria una riduzione del 16% delle concentrazioni di pm10, del 20% di pm2.5 e ben del 32% per il biossido di azoto.
La mappa dell’inquinamento dell’aria in Toscana
Per quanto riguarda le polveri sottili pm10 in Toscana i valori annuali più alti, oltre che a Firenze, si registrano a Lucca (23 µg/mc), Pisa e Prato (22), Arezzo e Grosseto (21). La mappa dell’inquinamento dell’aria dei capoluoghi di provincia della Toscana per il biossido di azoto vede, dietro a Firenze, Prato (21) e Livorno (20). La meno inquinata è Siena con il livello più basso in regione di pm10 (18) e biossido di azoto (3). In Toscana, se fossero già in vigore i nuovi limiti, 7 città su 10 sarebbero fuori regola per i livelli di pm10, mentre andrebbe meglio per il biossido di azoto, con solo 3 centri urbani oltre i valori guida (Firenze, Prato e Livorno).
Secondo Legambiente in gran parte d’Italia negli ultimi anni si è registrato un miglioramento, ma questo è legato principalmente alle condizioni meteo favorevoli e non a reali politiche contro l’inquinamento dell’aria. “Le città italiane, da Nord a Sud, presentano ancora considerevoli ritardi rispetto ai valori più stringenti proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5 e 20 µg/mc per l’NO2)”, spiega l’associazione ambientalista.
“Servono più misure per ridurre l’inquinamento dell’aria”
“Serve quindi un cambiamento radicale, attuando misure strutturali ed integrate, capaci di impattare efficacemente sulle diverse fonti di smog – ha detto Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – dal riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura e la zootecnia fino alla mobilità, dove le misure di riduzione del traffico e dell’inquinamento possono ben conciliarsi con una maggiore sicurezza per pedoni e ciclisti, come dimostra l’importante intervento della città a 30km/h di Bologna voluto dal sindaco Matteo Lepore e dall’amministrazione comunale. Un intervento già realizzato in diverse città europee che chiediamo sia sempre più diffuso anche in quelle italiane”. Sul sito di Legambiente si trovano altre proposte dell’organizzazione per un miglioramento della qualità dell’aria.