Aeroporto, the day after. Il governatore Enrico Rossi non fa in tempo a dare il via libera alla pista parallela che i sindaci della Piana si ribellano. “La nuova pista va a discapito del parco – attacca Gianassi, primo cittadino di Sesto – , l’unica compensazione all’inceneritore di Case Passerini. La Regione scelga, o l’uno o l’altro”. “Non accettiamo ricatti”, replica Rossi.
PISTA VS AUTOSTRADA. La variante del Pit, approvata solo un paio di giorni fa a Palazzo Panciatichi, mette in campo due possibili scenari: o l’attuale nastro d’asfalto di Peretola si allunga fino a raggiungere i 2 km (interrando l’autostrada, probabilmente), oppure si procede alla pista parallela all’autostrada. Esclusa così l’ipotesi della pista obliqua, il compromesso che avrebbe potuto trovare d’accordo (forse) i sindaci dei comuni della cintura urbana.
SCONTRO INTERNO. Al di là delle acredini con Renzi, da sempre favorevole all’implemento dello scalo fiorentino, di cui la coppia Chini-Gianassi, rispettivamente sindaci di Campi e Sesto, non ha mai fatto mistero, all’interno del Pd si è aperto un nuovo fronte: con il presidente della Regione Enrico Rossi. A poco è servito l’appello dello stesso partito a moderare i toni, Chini e Gianassi non le mandano a dire.
RICATTO. “Non accettiamo ricatti – replica Rossi – piuttosto entriamo nel merito”. “Non sono per fare sconti sul piano della tutela della salute e dell’ambiente – prosegue il presidente – e credo che quando è necessario bisogna fermare il traffico e prendere i provvedimenti del caso. Ma non si può impedire a scelte di sviluppo di andare avanti quando sono adottate con tutte le tutele e le garanzie necessarie”.
LA TRIPLICE PROVINCIA. “Il termovalorizzatore è una priorità, frutto di una pianificazione ormai decennale”. A prendere posizione oggi sono gli assessori all’ambiente delle province di Firenze, Prato e Pistoia. “L’obiettivo dell’autosufficienza dell’Ato Toscana Centro nello smaltimento dei rifiuti – affermano gli assessori – non è rinviabile, pena il rischio di ritrovarsi tra pochi anni in una situazione di emergenza o di continuare ad esportare rifiuti in altri territori, con un aggravio economico sulle spalle di cittadini ed imprese”.