martedì, 3 Dicembre 2024
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Ora la spesa si fa in poltrona

Sono ormai tantissimi i servizi offerti a domicilio da piccole e grandi aziende: pagando una piccola sovrattassa si possono ricevere direttamente sul proprio divano sacchetti stracolmi, frutta e verdura fresca e persino cenette cucinate dal ristorante preferito

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Ora la spesa si fa seduti in poltrona

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Altro che pizza e prodotti surgelati, oggi possiamo ricevere direttamente a casa qualsiasi cosa. Basta una telefonata, o ancora meglio un click. Se il tempo scarseggia e il frigo è vuoto, la spesa si ordina on-line, se il lavoro ci tiene incollati davanti al computer, il pranzo arriva dritto dritto sulla scrivania. E attingendo direttamente dal menu del nostro ristorante preferito anche il gusto ci guadagna.

 È sempre più ampia l’offerta dei servizi a domicilio nella nostra città. Non siamo ancora ai livelli di Milano, dove perfino il dietologo ti segue ovunque, facendoti recapitare un pasto sano ed equilibrato sul posto di lavoro, ma ci andiamo vicino. Parrucchiere, manicure e massaggi ce li possiamo godere a casa nostra, gli annunci si giornali si sprecano e anche le Spa si ingegnano per accontentare chi non ha voglia di affrontare la chiacchierona della poltrona accanto.

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L’Esselunga invece ce la mette tutta per non farci rimpiangere il garzone della drogheria di una volta. Il carrello si riempie online e i sacchetti arrivano a casa nella fascia oraria e nel giorno prescelto. Basta accedere al sito del supermercato, iscriversi inserendo i propri dati e cliccare sui prodotti che desideriamo ricevere. Liberi dal viaggio al super e dalla fatica di portare le borse, non ci resta altro compito che quello di saldare il conto – in rete con carta di credito oppure alla consegna – con un surplus di 7,90 euro sul prezzo dello scontrino (un euro meno se la spesa supera quota 110 euro).Dedicato a chi preferisce risparmiare sul tempo e sulla fila alla cassa anziché sul costo vero e proprio. La consegna è però gratis per i disabili e scontata a 3,45 euro per gli anziani over 70.

Per chi invece vuole mettere in tavola ogni giorno frutta e ortaggi freschi, ma non ha tempo di andare al mercato a scegliere personalmente le arance e i carciofi, non resta che farsi arrivare i prodotti direttamente dall’ingrosso. Il servizio questa volta è gratuito, ma rivolto esclusivamente ai clienti abituali: la Maxfruit, azienda di distribuzione che vende al Mercato Ortifrutticolo di Novoli, effettua le consegne in tutta Firenze, compreso il centro storico, grazie ad un mezzo elettrico che non teme le porte telematiche.

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Il premio “minimo sforzo, massimo risultato” però se lo aggiudica Room Service, che significa letteralmente “servizio in camera”: basta una telefonata oppure una mail e il pranzo (o la cena) è servito, dal ristorante al tavolo di casa. I locali convenzionati sono diversi, ed è davvero il caso di dire che ce n’è per tutti i gusti. “Il nostro è un servizio esclusivo a Firenze – spiega Francesca, socia quasi-fondatrice del gruppo – La maggior parte dei ristoranti che fanno consegne a domicilio sono cinesi o giapponesi. Noi invece offriamo una scelta più ampia. Si va dal ristorante messicano alla cucina toscana, passando per il take-away turco”.

Dal momento che possiamo goderci la cenetta in pantofole e pigiama, cosa c’è di meglio che accompagnarla con un bel film? Ci pensano sempre i fattorini di Room Service ad andare al videonoleggio per noi.  Il servizio mette a disposizione anche altre comodità, come la consegna a domicilio di sigarette o prodotti farmaceutici, e addirittura Fido e Fuffi possono farsi arrivare a casa scatolette e croccantini. Finora però è stata la distribuzione di Dvd a domicilio a registrare il maggior successo.

Il costo oscilla tra 5 e 10 euro a seconda della zona della città in cui vengono recapitati i pasti o gli altri prodotti. E i clienti crescono, non solo tra i giovani “internet-addicted”: ad approfittarne di più sono le famiglie, genitori sommersi dagli impegni che scelgono la comodità di un “pacchetto tutto compreso”, cena + film + dessert. 

 

…E in bottega torna il “segna che pagherò”

Quasi abituati ormai ai sobbalzi giornalieri della Borsa, ci avviciniamo al Natale in un clima da austerity. Non è dato sapere se alla fine lo spirito commerciale delle feste avrà il sopravvento ancora una volta, quel che è certo è che per ora prima di mettere zamponi e salmone nel carrello ci pensiamo due volte. E intanto rispunta il vecchio librettino nero dei creditori, dietro il banco di alimentari e bar.

Non viviamo certo in uno scenario da depressione anni ’30, ma un passo indietro sembra comunque di farlo: agli anni del dopoguerra, quando per fare la spesa si ricorreva al credito, e alla fiducia dei negozianti. “E’ un’abitudine che non è mai venuta meno in tutti questi anni – racconta Luigi da dietro al banco del Caffè Marconi – Faccio questo mestiere da 26 anni e ho sempre avuto clienti che segnavano, compreso qualcuno che poi fa il furbo. Un caffè o un paio di cappuccini persi ci possono stare, e in questo periodo di crisi anche qualche pranzo offerto. Ma mi rifiuto di segnare le sigarette o i gratta e vinci, di quelli si può fare a meno”.

La novità di questi tempi però è che le persone non si indebitano solo al bar o in drogheria: “Parlando con altri negozianti ho scoperto che ormai usano fare credito più o meno tutti, addirittura i negozi di abbigliamento”. Ma non parliamo di negozi qualsiasi, bensì di vetrine luccicanti che espongono capi anche molto costosi. Il crollo delle borse ha insinuato una certa diffidenza nei confronti delle carte di credito revolving, quelle cioè che permettono di suddividere la spesa in piccole rate.

Così per evitare di trovarsi a fare i conti con rialzi dei tassi e costi imprevisti, si preferisce tornare al vecchio metodo del “segnamelo e passo a pagare a fine mese”. Un sistema per avere credito, tra l’altro, senza nessun interesse o tassa da pagare. “Il boom dei pagamenti a rate ha fatto perdere il contatto con la realtà alla gente.

“Le persone si convincono di poter spendere più di quel che possono: per me la crisi sta tutta lì” afferma Sergio, di origine romane ma trapiantato a Firenze da una vita e da 11 anni proprietario di una drogheria in zona Viale dei Mille. Lui credito non lo fa neanche ai clienti affezionati e il fantasma della recessione lo guarda con occhi disincantati. “Questa crisi non la sento, non la percepisco. Nel fine settimana la città si svuota, sono tutti a fare gite fuoriporta o a fare compere nei centri commerciali. La verità è che oggi nessuno ha più voglia di fare dei sacrifici, ma niente è regalato”.Nel frattempo però sono in molti a fare i conti con l’aumento del costo della vita: la fascia più colpita resta quella dei pensionati, ma non è la sola. Sempre più persone tra i 40 e i 50 anni preferiscono strisciare la carta di credito alla cassa dei supermercati: un altro modo per dilazionare la spesa, dato che la cifra viene addebitata il mese successivo.

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