Un capannone di oltre 2.000 mq, è stato sequestrato e perquisito dai finanzieri del Gruppo di Firenze. Il fabbricato, sito all’Osmannoro, di proprietà di una società immobiliare di Prato, è risultato concesso in affitto ad una ditta operante nel settore della pelletteria. Il titolare di questa, un cittadino cinese, ha poi sub-affittato gli spazi ad altre 9 ditte (tutte cinesi) anch’esse produttrici di articoli in pelle.
UN LABORATORIO QUI E UNA CUCINA LA’. Per quanto riguarda lo stesso capannone, a gennaio del 2010 era stato accertato il grave stato di degrado del contesto lavorativo in cui operavano i lavoratori di varie ditte cinesi (ben 11 all’epoca). Le ditte avevano fortemente modificato la struttura interna del capannone, ignorando il divieto, contenuto nel contratto di locazione, di modificare gli spazi interni nonché di sublocare i locali. Diversi ambienti erano invece stati creati: laboratori per la lavorazione delle pelli, depositi per la merce e addirittura dormitori, cucine e bagni.
NESSUNA SICUREZZA NE’ IGIENE. Le condizioni lavorative degli operai erano, altresì, caratterizzate dalla più completa inosservanza delle norme di sicurezza e sull’igiene.
LA SECONDA PERQUISIZIONE. Pur cessando l’uso abitativo da parte di dipendenti delle imprese, i vari ambienti sono risultati ancora privi di ogni requisito igienico-sanitario. Prodotti tossici o altamente infiammabili giacevano incustoditi in varie zone del fabbricato, le uscite di sicurezza erano sbarrate e occupate da materiale vario e gli estintori erano del tutto assenti.