sabato, 27 Luglio 2024
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Piccioni, il Comune va “all’attacco”

Meno colombi in città ma più concentrati nel centro storico dove trovano facilmente cibo, vicino ai ristoranti, ai bar. In tutto l'ultimo censimento del 2007 conta fra i 16mila e i 26mila esemplari, circa il 50 per cento in meno rispetto al censimento del 1986. Le azioni delComune per contrastarli.

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Tutti i risultati dell’ultimo censimento, insieme al nuovo piano di gestione dei colombi appena approvato dalla Giunta, sono stati presentati dall’assessore all’ambiente di Palazzo Vecchio Claudio Del Lungo che nel dettaglio ha spiegato le varie azioni (in tutto 10) del Piano fra le quali è prevista anche la cattura e l’abbattimento (in questo caso ci vuole il parere dell’Istituto nazionale di fauna selvatica e dell’Asl). Un Piano che di fatto mette al bando la nicarbazina, l’antifecondativo usato negli anni passati dal Comune per contrastare le nascite e che non ha prodotto risultati efficaci come anche ha sottolineato il parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS) che ribadisce “la difficoltà di stabilire l’efficacia di questa sostanza che è poco appetibile e viene assunta in quantità insufficiente dai colombi”.

“La situazione generale non è allarmante, ma la concentrazione dei colombi nel centro storico è notevole – ha detto l’assessore Del Lungo – Il miglior modo di contrastare e tenere sotto controllo il fenomeno dei colombi in città è la prevenzione attraverso l’ informazione e la diminuzione drastica degli alimenti. Rimane infatti sempre in vigore l’ordinanza di divieto di somministrazione del cibo sul suolo pubblico e nelle aree private per motivi di igiene pubblica. E’ infatti importante non lasciare tracce di cibo anche fuori dai ristoranti, tenere il più possibile pulito. Sono contrario all’abbattimento, che è inefficace”.

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L’assessore ha poi sottolineato alcuni luoghi critici in città dove maggiore è la concentrazione di colombi fra i quali San Lorenzo nei pressi del mercato, dove i piccioni entrano e tendono a rimanere perché trovano il modo di alimentarsi. Le azioni previste che verranno portate entro luglio in consiglio comunale per l’approvazione prevedono appunto una serie di interventi da decidere a seconda della situazione non solo ora, ma anche negli anni futuri, nel caso si verificassero situazioni più allarmanti di quella di oggi. Il Piano prevede che il censimento dei piccioni venga effettuato ogni due anni con le stesse metodologie per garantire una giusta comparabilità dei dati, la distribuzione di materiale informativo e divulgativo ai cittadini allo scopo di fornire elementi per una corretta prevenzione, un sondaggio fra i residenti per analizzare problemi e fornire informazioni adeguate. Le azioni vere e proprie sono l’utilizzo di dissuasori meccanici, la bonifica e la chiusura delle cavità idonee al ricovero e nidificazione dei piccioni, il controllo della somministrazione degli alimenti, i dissuasori ottici e acustici, l’introduzione di predatori naturali come allocchi, gufi che si mangiano circa 20 piccioni l’anno. E quest’ultimo sistema è già stato introdotto dal Comune di Firenze insieme ai dissuasori elettrici.

Fra i provvedimenti, anche il controllo della riproduzione attraverso la raccolta delle uova, la sterilizzazione chimica e chirurgica. E poi il trappolaggio e la cattura con reti per l’allontanamento di almeno 50 chilometri dal luogo del prelievo e infine la cattura e la soppressione. Quest’ultima azione può essere effettuata soltanto in casi specifici o di emergenza per zone limitate e con problematiche particolari come gli ospedali, le scuole, gli aeroporti, le Rsa. Tutte le misure fra queste che il Comune intende prendere devono poi essere concordate con la Asl, l’Ordine dei medici veterinari, le associazioni della consulta degli animali e le varie istituzioni come università, ospedali che di volta in volta sono coinvolte nei luoghi in cui viene deciso di applicare il provvedimento. L’ultimo censimento della popolazione dei piccioni è stato effettuato alla fine del 2007 dalla Lipu. Secondo questo censimento i colombi sono quasi il 65 per cento dell’intera comunità ornitica, un valore inferiore all’81 per cento di Livorno e del 90, 2 per cento nel centro storico di Torino.

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