Gli amministratori erano finiti a processo dopo che la Procura di Firenze aveva contestato agli imputati di aver disatteso la normativa europea che pone un limite ai giorni di superamento di sostanze inquinanti e di non aver adottato provvedimenti e misure per la tutela della salute dei cittadini, nonostante il flusso di dati di rilevamento della qualità dell’aria, imponesse, secondo l’accusa, provvedimenti urgenti.
Oltre all’ex presidente della Regione Toscana e all’ex sindaco di Firenze erano accusati assessori e sindaci, in carica e non, di Scandicci, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano e Signa, oltre all’ex assessore regionale all’ambiente Marino Artusa. Per tutti gli imputati le accuse erano getto pericoloso di cose e rifiuto di atti di ufficio sotto il profilo omissivo. La Procura aveva chiesto condanne a otto mesi di reclusione per Martini e Domenici e a cinque mesi per gli altri amministratori.
Il processo è iniziato il 3 ottobre del 2008. I dati su cui si basava l’accusa riguardavano l’inquinamento da pm10 e biossido di azoto a partire dal 2005.
“Credo – ha detto l’avvocato Francesco Bevacqua, difensore di Martini – che sia una sentenza pilota almeno per ciò che concerne l’interpretazione dell’Unione“.