Le indagini sono partite la sera del 26 marzo 2009, quando alcuni cittadini avvisarono il 113 che in via Baciacavallo due persone, un uomo e una donna, avevano tentato di sequestrare una giovane prostituta. L’intervento di una volante consentì di soccorrere la ragazza, ma i due aggressori riuscirono a fuggire. Il giorno seguente la ragazza spiegò che quanto accaduto era riconducibile alla ricerca di una supremazia sul territorio nel controllo delle prostitute.
Dalle indagini, le intercettazione e i numerosi appostamenti è emerso un quadro chiaro: in città erano attivi due gruppi criminali, uno di origine albanese e uno di origine rumena, che in un primo momento avevano rivaleggiato sul territorio, cercando anche di costringere alcune prostitute a passare da un gruppo all’altro, per poi arrivare ad una situazione di reciproca tolleranza.
I due gruppi facevano arrivare le ragazze, molte delle quali minorenni, dai loro paesi di origine con la falsa promessa di un impiego in certi locali della zona, per poi costringerle a prostituirsi sia in strada che in appartamento.