“Lo zen in Toscana ha dato buoni risultati e perché il partito nel quale d’ora in poi Martini avrà un ruolo nazionale, ha bisogno di manutenzione” ha commentato Rossi consegnando il primo libro. L’opera di Machiavelli, ha detto il neopresidente, è invece perché “abbiamo bisogno di un principe che riesca raccogliere i cittadini e tutti coloro che vogliono cambiate il paese. Tra i principi Claudio deve starci per il bene della Toscana e del paese“. La bacchetta da direttore d’orchestra regalata da Martini, tenendo fede alla sua passione musicale, vuole invece alludere ai futuri impegni di Rossi con la nuova giunta.
“Torno a casa finalmente libero – ha esordito Martini salutando Enrico Rossi – A lui sono legato da amicizia personale costruita quando ancora era sindaco di Pontedera, da un vincolo politico e culturale, dall’amore per la Toscana e dall’impegno per il suo futuro. Enrico scoprirà che fare il presidente di questa regione è una esperienza straordinaria, che questa è una regione bellissima ma che mettere insieme i toscani è una cosa geneticamente quasi impossibile. Il suo lavoro si svilupperà in una fase difficile. Ci sarà bisogno di uno sforzo concorde, ciascuno nella sua nuova veste. Oggi ci sono un milione di persone che si chiedono come mi distinguo, il pensiero principale deve invece essere come do mano”.
“Ringrazio Claudio – ha risposto Rossi – il mio presidente, con cui ho avuto un rapporto di amicizia e di fiducia. I risultati che abbiamo raggiunto sono frutto di una intesa di lavoro, di stile politico, della consapevolezza di stare in una squadra. In cui ciascuno porta il proprio contributo al di là dei destini e delle ambizioni personali, pensando alla causa senza la quale politica e impegno amministrativo diventano ben misera cosa. Gli chiederò di continuare a assicurare alla Toscana il suo contributo politico, di conoscenza e ideale. Noi ne abbiamo bisogno. Lui assumerà un incarico che gli permetterà di portare all’attenzione nazionale la buona esperienza toscana”.