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Sciopero dei benzinai: “effetto coronavirus”, chiusura dei distributori

Lavoro a picco, assenza delle condizioni minime di sicurezza sanitaria, mancanza di aiuti economici: 3 associazioni di categoria hanno annunciato la chiusura degli impianti di rifornimento. Si lavora per un'intesa

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Chiusura dei distributori di benzina in tutta Italia nel giro di pochi giorni: è quanto hanno comunicato tre associazioni di categoria dei benzinai proclamando, di fatto, uno sciopero a livello nazionale per la situazione che si è creata con l’emergenza coronavirus. Il lavoro crollato in media dell’85%, la mancanza delle protezioni adeguate dal contagio, l’assenza di aiuti economici sono alcuni dei motivi del blocco indetto da Faib Confesercenti, Fegica Cisl, Figisc/Anisa Confcommercio.

Poche ore dopo l’annuncio, il garante degli scioperi ha fatto appello alle tre organizzazioni perché decidano uno stop della mobilitazione, invito arrivato anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, mentre il governo è al lavoro per trovare una soluzione e un’intesa.

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Coronavirus: sciopero benzinai, da quando scatta la chiusura dei distributori?

In una nota le tre sigle avevano comunicato l’inizio della protesta con la chiusura delle stazioni di servizio sulle autostrade, sui raccordi autostradali e sulle tangenziali già da mercoledì 25 marzo. Poi, via, via, l’estensione del blocco a tutte le altre pompe di benzina, anche gli impianti di rifornimento carburante presenti nelle città, per uno sciopero che interessa potenzialmente 100mila gestori in tutta Italia.

“Siamo invisibili – hanno denunciato Faib Confesercenti, Fegica Cisl, Figisc/Anisa Confcommercio in un comunicato ufficiale -. In un Paese che, malgrado i limiti strutturali e l’assoluta drammaticità della situazione, cerca e spesso trova il modo per far scattare meccanismi di solidarietà, c’è una categoria di persone che, senza alcuna menzione, ha finora assicurato, senza alcun sostegno né di natura economica, né con attrezzatura sanitaria adeguata, il pubblico servizio essenziale di distribuzione di energia e carburanti per il trasporto di beni e persone”.

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Perché i benzinai fanno sciopero?

Da soli i gestori degli impianti di benzina non sono in grado di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio, dicono ancora le associazioni di categoria. “Chi volesse approfondire – si legge nella nota – può chiedere conto a Governo, concessionari autostradali, compagnie petrolifere e retisti indipendenti: a ciascuno di essi compete fare per intero la propria parte se si vuole assicurare la distribuzione di benzina e gasolio”.

Benzinai: self service aperti?

Intanto continua il lavoro della ministra dei trasporti Paola De Micheli e di quello dei Trasporti Stefano Patuanelli per cercare di arrivare a un’intesa tra i concessionari autostradali e i benzinai e scongiurare così la chiusura. Al momento è stato concordato che i gestori dei distributori di carburante potranno concordare con i concessionari autostradali aperture alternate, mentre sono allo studio alcune misure di sostegno economico per il periodo dell’emergenza coronavirus.

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In una nota i due ministeri precisano che dovrà essere in ogni caso assicurato il rifornimento in modalità self-service sulle autostrade, anche nel caso in cui i distributori non siano aperti. Una misura, viene spiegato, per tutelare il trasporti merci, un servizio di interesse pubblico essenziale.

La notizia dello sciopero e della chiusura dei distributori rischia inoltre di generare un assalto alle pompe di benzina, in un momento in cui le autorità invitano a non uscire di casa.

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