Un giovane somalo si è buttato nel vuoto da uno stabile occupato di Firenze, in via Slapater. Il giovane è morto: è successo ieri pomeriggio.
ASILO POLITICO. Da quanto emerso dopo il tragico episodio, secondo alcuni occupanti dell’edificio il giovane sarebbe stato amareggiato dopo un diniego alla sua richiesta di asilo politico.
SACCARDI. “Siamo molto dispiaciuti per quanto avvenuto in via Slapater. Come Amministrazione da tempo siamo impegnati sull’accoglienza dei richiedenti asilo, ma il riconoscimento di questo status non dipende dai comuni”: queste le parole del vicesindaco e assessore al welfare Stefania Saccardi. Il vicesindaco ricorda gli interventi del Comune in questo ambito. L’Amministrazione – viene spiegato – assiste in modo ordinario e continuativo circa 200 tra richiedenti asilo e rifugiati in progetti specifici, ovvero il progetto Spaar a Villa Pieragnoli e il progetto Paci alla Madonnina del Grappa. Oltre a questi sono stati accolti, nell’ambito dell’emergenza nord Africa prima 100 persone e successivamente ulteriori 81 (73 adulti e 8 minori). Da non dimenticare – continua Palazzo Vecchio – poi il progetto Oltre i confini rivolto in specifico a rifugiati e richiedenti asilo con disagio mentale con percorsi di accompagnamento e supporto.
LA TRAGEDIA. Tornando all’episodio di ieri, Palazzo Vecchio fa sapere che non è ancora chiara la questione relativa al diniego meno della richiesta di asilo politico. Il giovane proveniva da Pisa, città in cui abitava fino a qualche tempo fa. “Da tempo abbiamo più volte fatto presente come l’improvvisa interruzione dell’accoglienza predisposta dallo Stato avrebbe creato problemi. E al tempo stesso segnalato come molte di queste persone si sarebbero riversate a Firenze. Cosa che puntualmente è avvenuta. Come Amministrazione abbiamo fatto e continueremo a fare la nostra parte, ma non possiamo dare risposte che non rientrano nelle nostre competenze”, conclude il vicesindaco Saccardi.