La proposta che è emersa dalla discussione: un modello alternativo per garantire la sicurezza, la lotta al degrado e il rispetto delle regole. Un progetto politico che non si basa sulle ronde, ma su forze di polizia preparate, dotate dei migliori mezzi, meglio inserite nelle varie comunità e più capaci di operare grazie a una effettiva partecipazione dei cittadini alle scelte strategiche.
“Purtroppo – ha spiegato il vicepresidente – abbiamo poche competenze per contrastare scelte gravissime quali quella relativa all’introduzione del reato di clandestinità, fatto che per la prima volta nell’Italia democratica consentirà di condannare persone per quello che sono e non per quello che hanno fatto. Però possiamo fare molto per dimostrare che la sicurezza non si raggiunge con la demagogia delle risposte viscerali piuttosto che col buon senso. E su questo terreno non ci limiteremo a contestare, perché vogliamo dimostrare che il diritto a città sicure e vivibili si può perseguire anche con altre strade”.
“In questo senso – ha concluso il vicepresidente – la nostra proposta di legge contro il degrado e per la sicurezza sarà un banco di prova che farà della Toscana un vero e proprio laboratorio di un modello alternativo“.
Quanto alle ronde, la Regione mira ad un confronto permanente e democratico tra amministrazioni, cittadinanza e polizia locale sulle priorità nelle varie comunità di cittadini. A tale scopo è prevista l’istituzione di Conferenze per la vivibilità cittadina, in tutti i comuni con una popolazione superiore a diecimila abitanti, e la promozione, almeno ogni sei mesi, di momenti di partecipazione e incontro con la popolazione, anche a livello di frazione o quartiere.
La Regione intende inoltre promuovere in tutte le province toscane l’istituto della mediazione, per poter liberare gli uffici giudiziari da tanti contenziosi che si trascinano per anni e anni, gravando pesantemente sulla vita di tanti cittadini.