Ma al di là dei numeri ci sono i commenti e le proposte scaturite dai singoli tavoli, tutte raccolte nel report finale dell’evento disponibile e consultabile sul sito della Regione Toscana
Così alla domanda su quali limiti occorrerebbe definire per il testamento biologico, nei tavoli dove prevalgono quanti ne difendono il valore e la necessità, c’è chi mette ben in evidenza che il suicidio assistito non dovrebbe mai essere oggetto del testamento biologico o che il testamento biologico dovrebbe essere considerato valido per un numero di anni e poi obbligatoriamente rinnovato. Il livello di informazione, rileva qualcun altro, è essenziale.
C’è anche chi ricorda che alimentazione e idratazione artificiali non possono essere considerati trattamenti sanitari in senso stretto. Alla domanda, però, se sia giusto consentire l’interruzione di idratazione e nutrizione artificiali, ben il 76% (e dunque anche buona parte del 51% che si è dichiarato cattolico) aveva risposto di sì.
Quanto a come si dovrebbe costruire il testamento biologico, in tanti convengono che al cittadino-paziente serve un aiuto: sia che si tratti di un medico specialistico che lo ‘accompagni’ nella scrittura, sia che debba esserci un percorso di informazione, magari una sorta di consultorio preposto allo scopo. Informazione tecnica, chiedono i cittadini, ma anche un supporto psicologico in qualche caso.
Non mancano naturalmente i pessimisti, secondo cui in questo momento storico la politica non è comunque in grado di discutere sul testamento biologico.