sabato, 14 Dicembre 2024
- Pubblicità -
HomeSezioniCronaca & PoliticaToscana, prostitute e droga gli...

Toscana, prostitute e droga gli affari delle mafie straniere

Il mercato della prostituzione e quello delle sostanze stupefacenti: questi i principali affari delle mafie straniere in Toscana. È quanto emerge dalla ricerca “La criminalità straniera in Toscana” realizzata dalla Regione Toscana e dall'associazione Avviso pubblico e affidata al professor Enzo Ciconte.

-

- Pubblicità -

Il lavoro consente di fare il punto sulla realtà delle organizzazioni criminali originarie di altri paesi e sui loro rapporti con le mafie italiane. Secondo quanto emerso, la presenza della criminalità straniera in Toscana è iniziata almeno 15-20 anni fa.

I traffici illeciti più redditizzi sono quello del sesso a pagamento, una vera e propria industria ben organizzata, di cui gli stranieri sono protagonisti e quello ancora più lucroso e antico degli stupefacenti, mercato popolato tanto da mafiosi italiani che da mafiosi stranieri.

- Pubblicità -

Particolarmente presente è la criminalità albanese, che si fonda sull’appartenenza famigliare con modalità simili a quelle della ‘ndrangheta. Altra peculiarità, tra le sue file non annovera irregolari, tutti hanno i permessi in regola. Le sue attività sono state segnalate, grazie anche al contributo dei cittadini toscani, a Prato, Empoli e San Miniato. Limitate le attività della criminalità russa, anche se si segnalano gli acquisti di alcune aziende, mentre dai primi anni del nuovo millennio è salita la presenza di quella nigeriana. La mafia cinese, particolarmente attiva sul versante dell’immigrazione clandestina, si è invece inserita sul territorio operando con modalità non identiche in tutto e per tutto alle Triadi che operano in Cina.

Molto alti i rischi legati agli equilibri instabili tra organizzazioni straniere e italiane, così come quelli derivanti dalla pericolosità delle merci oggetto di traffici illegali, tra le quali armi e rifiuti tossici e radioattivi.

- Pubblicità -

«La globalizzazione – si legge nella ricerca – è anche questo e genera di continuo effetti non desiderati nel cortile d i casa. Il modo migliore per stare al riparo non è rinchiudersi nel proprio guscio territoriale, che è sempre fragile ed esposto alla aggressioni esterne, ma quello di conoscere i fenomeni e valutare i possibili effetti».

I risultati dello studio verranno messi a disposizione di forze dell’ordine ed enti locali.

- Pubblicità -
- Pubblicità -
spot_img
- Pubblicità -

Ultime notizie

- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -