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Variety, 500 firme per scongiurare la chiusura

Sono già più di 500 le firme raccolte dai consiglieri comunali Stella, Alessandri e Torselli (Pdl), contro la chiusura del cinema Variety. Ma i tecnici hanno cominciato già a smontare schermi e impianti audio. “Serve un piano cinema”, dichiarano i tre. E al coro si unisce Ornella De Zordo (Perunaltracittà).

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Sono già più di 500 le firme raccolte dai consiglieri comunali Stella, Alessandri e Torselli (Pdl), contro la chiusura del cinema Variety. Ma i tecnici hanno cominciato già a smontare schermi e impianti audio. “Serve un piano cinema”, dichiarano i tre. E al coro si unisce Ornella De Zordo (Perunaltracittà).

FIRME. La raccolta di firme è partita venerdì scorso. In un finesettimana sono oltre 500 le persone che hanno aderito. E stasera all’Ex Fila, a pochi metri dal cinema chiuso, si svolge un incontro sul tema (ore 21). “La vicenda del Variety è soltanto l’ultima di una lunga serie di chiusure di sale cinematografiche a Firenze dal 1990 ad oggi – dichiarano Stella, Alessandri e Torselli – e mai più riaperte: Ariston, Edison, Odeon, Astra, Ciak Atelier, Excelsior, Gambrinus, Goldoni, Ideale, Stadio, Supercinema, Nazionale, Teatro della Compagnia, Vittoria tanto per citarne alcuni, per non parlare dei cinema parrocchiali o amatoriali scomparsi da un giorno all’altro”.

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IL PIANO CINEMA. “Occorre oggi più che mai – continuano i tre esponenti del Pdl – un piano per valorizzare i cinema che esistono a Firenze e contestualmente un piano per recuperare gli immobili dismessi”. La richiesta del piano arriva da più voci. “E’ opportuno mettere in pratica rapidamente il famoso ‘Piano Cinema’ che il sindaco Renzi – dichiara Ornella De Zordo – annunciò all’interno dei 100 Punti nell’ottobre 2009, finalizzato a favorire la sopravvivenza dei cinema di quartiere”. In teoria, il piano prevedeva convenzioni per l’utilizzazione dei parcheggi dei centri commerciali e di quelli comunali da parte degli spettatori; una specifica strategia per favorire la raggiungibilità delle sale del centro storico e accordi con ristoranti e pizzerie per offrire una sorta di “pacchetti completi”. “A più di un anno di distanza – domanda la De Zordo oggi in consiglio – che fine ha fatto il ‘Piano Cinema’?”.

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