mercoledì, 8 Maggio 2024
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Il fascino dell’idiozia al Magnolfi di Prato

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E’ buio che cola, Il fascino dell’idiozia si basa sulla percezione costretta dalla menomazione dei sensi, la stessa che Goya visse in seguito alla malattia che lo condusse alla sordità. In quel periodo ottuso nascono le Pitture Nere, dove i corpi sono concessi allo sguardo per sottrazione, strappati al buio, al silenzio e all’immobilità. Il Fascino dell’Idiozia è una lettura trasversale della vicenda artistica del pittore spagnolo, vista attraverso Leocadia, la sua presunta amante, una figura ambigua dell’universo goyesco più intimo e personale, quello sottratto al pubblico e dipinto solo per sé. Quello espresso da Zaches per Goya e per le Pitture Nere, è il fascino per l’idiozia, idiozia nel suo significato etimologico: la visione del mondo come universo personale, anzi privato e inafferrabile e quindi incompreso, ovvero considerato fuori dalla normalità, dalla socialità, strano, idiota. L’idiozia del Goya delle Pitture Nere è addensata dalla sua sordità, che lo costringe ad un ripiegamento su se stesso e i propri tormenti. La dimensione intima dell’uomo, Goya la traduce in uno Spazio non definito, non descritto, una sorta di non-luogo. Bisogna abituarsi all’oscurità per vedere più a fondo, e intuire presenze che non si colgono ad un primo osservare. La luce non è mai diffusa, chiara, non rivela mai i corpi per quello che sono, ma li maschera con l’oscurità. E questa oscurità ha un suono. Sono Pitture sonore dipinte da un idiota sordo.

Biglietti:
Intero: 13,00 euro
Ridotto 10,00 euro over 65 ďż˝” 8,00 euro under 26 e possessori Cartone

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per Info e prenotazioni:
e.mail: [email protected] – tel. 0574 442906

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