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Quello che (forse) non sai sulla festa di San Giovanni, patrono di Firenze

Le origini dei "fochi", il palio che non si corre più e le curiosità sulle celebrazioni del 24 giugno per il patrono di Firenze

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Le origini dei fuochi, anzi dei “fochi” per dirla come gli autoctoni? All’inizio erano dei veri e propri falò. E la festa del patrono di Firenze, San Giovanni Battista, in passato non si svolgeva solo il 24 giugno, ma durava per 4 giorni, mentre ai tempi del Granducato si correva addirittura un palio. Dietro alla celebrazione tradizionale più amata dai fiorentini si nascondono tante curiosità.

Le origini della festa di San Giovanni, patrono di Firenze

Basta andare indietro di due millenni per scoprire che il protettore della Firenze romana era il dio Marte. Solo dal sesto secolo i longobardi introdussero il culto del santo e le prime vere celebrazioni del patrono risalgono a ben sette secoli dopo.

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La data era la stessa, il 24 giugno, giorno della nascita di San Giovanni Battista, ma nella Repubblica fiorentina la festa iniziava già il 21 giugno, perché legata anche ai riti pagani per il solstizio d’estate, e continuava tra processioni, mostre delle arti maggiori e l’offerta dei ceri davanti al Battistero di San Giovanni Battista, un’usanza arrivata fino a noi e che si svolge la mattina del 24, con tanto di corteo storico per le vie del centro. In questo articolo spieghiamo anche perché si dice “San Giovanni non vuole inganni”.

La corsa scomparsa (il palio dei Cocchi) e la “regata” recuperata

Quello che invece non si tiene più è il palio dei Cocchi, una corsa di carrozze trainate da cavalli che si svolgeva in piazza Santa Maria Novella alla vigilia del patrono. La sfida, istituita quasi cinquecento secoli fa da Cosimo I, andò avanti fino al 1858 e a testimonianza di questo nella piazza oggi sono rimasti i due obelischi che delimitavano il circuito di gara.

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In compenso, da circa quarant’anni la Società di San Giovanni Battista (quella che organizza anche i celebri fuochi che rischiarano i cieli di Firenze il 24 giugno) ha rispolverato a più riprese la tradizione del palio dei navicelli, una “regata” disputata dai barcaioli e renaioli fiorentini fin dal 1250 nel tratto d’Arno che va da Ponte Vecchio alla pescaia di Santa Rosa. Ai tempi si svolgeva in occasione di Sant’Jacopo, oggi è stata “accorpata” con gli eventi del 24 giugno, coinvolgendo i quattro quartieri storici di Firenze. Dopo qualche anno di pausa, in questo 2022 – durante la festa del patrono di Firenze – si tornerà a disputare il Palio remiero di San Giovanni.

Le curiosità sul 24 giugno: come nascono i fuochi di San Giovani

E arriviamo al dunque. La festa del patrono di Firenze non è tale senza “fochi”: in principio lingue di fuoco si levavano da fascine di saggina e bacili di sego sistemati sotto la Loggia dei Lanzi, mentre il contado veniva illuminato da torce e falò. Poi, con l’arrivo della polvere da sparo, iniziò lo spettacolo pirotecnico. Artisti come il Tribolo e il Buontalenti facevano a gara pur di creare suggestive scenografie di girandole infuocate davanti Palazzo Vecchio.

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Dal 1796 è la Società di San Giovanni Battista a curare, ogni anno, questo spettacolo di luci. I primi razzi simili a quelli attuali vennero sparati da piazza della Signoria nel 1826 e nel Novecento i fuochi d’artificio di San Giovanni traslocarono sul “tetto” di Firenze, il piazzale Michelangelo da dove verranno sparati anche quest’anno (qui il programma 2022 dei fuochi di San Giovanni).

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