Una proroga di 18 settimane alla cassa integrazione in deroga per far fronte all’emergenza Covid 19: questa la linea scelta dal governo per il prossimo decreto sul lavoro, una sorta di manovra d’agosto che di fatto raddoppierà la durata dell’indennità. Ma con nuovi criteri e requisiti.
Da settimane si ragiona della necessità di guardare a un orizzonte più a lungo termine per la cassa integrazione in deroga. Il Decreto rilancio, dopo il dibattito parlamentare, aveva aggiunto soltanto una mini-proroga di 4 settimane alle 14 (9 più 5 di proroga) già previste dal Cura Italia. Per un totale di 18 settimane di cassa integrazione. Le aziende possono richiederle senza particolari vincoli, se non quello di consumarle in tranches (nove settimane, poi cinque, poi quattro).
Cassa integrazione, proroga di 18 settimane
La nuova proroga della cassa integrazione in deroga per Covid aggiunge altre 18 settimane, allungando la copertura fino alla fine dell’autunno. Ma con criteri completamente nuovi. Lasciando l’indennità così com’è adesso c’è il rischio che la misura straordinaria diventi una consuetudine. D’ora in poi la proroga sarà concessa solo a quelle imprese che hanno riportato cali di fatturato, pagando gli oneri fiscali e contributivi. E, d’altra parte, saranno introdotti incentivi fiscali per le aziende che invece reintegrano i lavoratori richiamandoli all’attività dalla cassa integrazione.
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Anche la nuova proroga della cassa integrazione in deroga sarà articolata in due tranches, 9 settimane più 9 settimane. Il meccanismo resta lo stesso: potranno richiedere la prima tranche quelle aziende che hanno già consumato tutte le 18 settimane di cassa già previste. Finita questa, si potrà accedere al secondo blocco.
Cassa integrazione, verso nuovi requisiti
È possibile, come riporta Il Sole 24 Ore, che il governo scelga un accesso facilitato allo prima tranche per poi introdurre condizioni e requisiti più stringenti per la seconda. Molto dipenderà dalle risorse che si riuscirà a trovare.
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La strada è quella di riservare la proroga della cassa integrazione in deroga solo a quelle aziende che abbiano avuto un danno al fatturato dovuto all’emergenza Covid. L’Huffington Post parla di un criterio di accesso unico, il calo di fatturato di almeno il 20%. Un’altra ipotesi sarebbe quella di rendere l’accesso alla cassa proporzionale alle perdite: copertura completa per chi ha avuto un forte calo del volume di affari, costi via via più alti a carico di chi ha avuto perdite più contenute ma vuole comunque ricorrere alla cassa.
Lo stesso decreto sul lavoro che il governo approverà ad agosto dovrebbe riconoscere alle aziende un contributo per il rientro all’attività dei lavoratori posti in cassa integrazione. Si parla di una decontribuzione di 3 o 4 mesi per ciascun lavoratore richiamato.