martedì, 5 Novembre 2024
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Come richiedere i contributi a fondo perduto del Decreto ristori

Col Decreto ristori arrivano nuovi contributi a fondo perduto per le imprese colpite dalle chiusure: codici Ateco, coefficienti e requisiti

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C’è un nuovo contributo a fondo perduto per le imprese nel Decreto ristori, riservato a tutte le imprese e le partite Iva colpite dalle chiusure introdotte dal Dpcm 24 ottobre: come richiedere i contributi a fondo perduto e quali requisiti si devono avere.

Col Decreto ristori cambiano dunque le modalità di erogazione rispetto ai contributi a fondo perduto della primavera scorsa, quando vennero concessi a tutte le partite Iva. Resta invece il requisito del calo di fatturato. E, come già per i precedenti, i nuovi contributi non concorrono al calcolo della base imponibile dell’Irap e delle imposte sui redditi.

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Contributi a fondo perduto, i requisiti

Nel dettaglio, i primi requisiti per richiedere i contributi a fondo perduto del Decreto ristori sono:

  • essere titolari di partita Iva attiva al 25 ottobre 2020
  • avere come attività prevalente dell’impresa uno o più di una delle attività incluse nella tabella dei codici Ateco riportata all’allegato 1 del testo definitivo del Decreto ristori.

I codici ammessi sono quelli che identificano i tipi di impresa colpiti dalle nuove restrizioni. Vi si trovano dunque bar, ristoranti, palestre, piscine, alberghi, discoteche e altro ancora. L’elenco completo dei codici Ateco ammessi ai contributi a fondo perduto del Decreto ristori.

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A questi requisiti si aggiunge quello del calo di fatturato: per richiedere i contributi a fondo perduto previsti dal Decreto ristori si dovrà dimostrare un calo di almeno il 33% del volume di affari nel mese di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019. “Al fine di determinare correttamente i predetti importi – specifica il testo del Decreto –, si fa riferimento alla data di effettuazione dell’operazione di cessione di beni o di prestazione dei servizi”. I requisiti di fatturato non si applicano in caso di nuove attività, cioè partite Iva attivate a partire dal 1° gennaio 2019.

Contrariamente ai contributi a fondo perduto della primavera scorsa, in questo caso non c’è il tetto massimo di 5 milioni di euro di fatturato nel 2019. Possono richiederlo dunque anche le imprese più grandi, a condizione che rientrino tra quelle colpite dalle restrizioni.

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Contributi a fondo perduto del Decreto ristori, il calcolo sulla base del fatturato

Come funziona il calcolo dell’ammontare dei contributi a fondo perduto che spettano a imprese e partite Iva? Si parte sempre dal calo del fatturato che si è registrato nel mese di aprile. Una volta fatta la differenza tra quello del 2020 e quello del 2019, a quella cifra si applica una percentuale che sarà pari:

  • al 20%, per imprese con ricavi o compensi inferiori a 400 mila euro nel periodo di imposta precedente la 19 maggio 2020
  • al 15% per imprese con ricavi o compensi tra 400 mila e 1 milione di euro nello stesso periodo di imposta
  • al 10% per imprese con ricavi o compensi superiori a 1 milione di euro nello stesso periodo di imposta

I coefficienti

Ottenuta questa nuova cifra, ad essa si applica il coefficiente previsto per quel tipo di impresa, in base al suo codice Ateco, riportato nell’allegato 1. I coefficienti per i contributi a fondo perduto del Decreto ristori variano dal 100% al 200%, a seconda dell’attività.

Sono comunque previsti importi minimi (mille o duemila euro a seconda del tipo di impresa) e importi massimi (150 mila euro).

Come richiedere i contributi a fondo perduto del Decreto ristori

Questa volta non ci dovrebbero essere ritardi. Tanto che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha promesso i versamenti entro il 15 novembre. I contributi a fondo perduto saranno erogati direttamente con un bonifico da parte dell’Agenzia delle entrate: come richiedere l’erogazione?

Le imprese che hanno già ricevuto il contributo di maggio (e non lo hanno restituito) non dovranno fare niente. Il versamento sarà automatico.

Gli altri invece dovranno dovranno seguire la procedura indicata dall’Agenzia delle entrate con il provvedimento del 10 giugno 2020 per ottenere i contributi a fondo perduto.

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