martedì, 19 Novembre 2024
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Pesce e vino rosso, questo matrimonio s’ha da fare

Il Consorzio Vino Chianti lancia la sfida all’estate 2017: “Gustatelo fresco”. Via libera anche al rosso con il pesce. Ecco le regole d'oro per assaporare un buon bicchiere di rosso, anche nella stagione calda

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Pesce e vino rosso? Si fa ma non si dice. Finora. Ci voleva un’estate bollente per sdoganare la coppia di fatto, fin qui praticata da molti ma dichiarata da pochi, per non passare da quelli che non se ne intendono. Abbinare il rosso a un piatto fresco ed estivo fino a poco tempo fa era considerato un peccato mortale, quasi come il parmigiano su un primo di mare.

Un pregiudizio contro il quale si è battuto negli ultimi anni il Consorzio Vino Chianti, lanciando una campagna nazionale dal significativo titolo “Gustalo fresco”. “La scorsa estate l’operazione di sensibilizzazione condotta nella grande distribuzione – dichiara il Presidente del Consorzio Giovanni Busi – ha portato ad un incremento del 10% delle vendite da maggio a settembre”. A dimostrazione che l’abbinamento funziona.

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A quale temporatura andrebbe consumato il vino rosso d'estate?

“Circa 16-17°, la stessa identica temperatura di servizio che dovrebbe essere osservata d’inverno. Con la differenza che d’estate un buon bicchiere di Chianti dà anche maggiori soddisfazioni. In che senso? Tannini e aromi del vino rosso consentono maggiori abbinamenti con il cibo rispetto ai bianchi, ad esempio”.

Sfatiamo quindi il pregiudizio per cui il rosso non si sposa con piatti freschi estivi?

“Assolutamente. Basta scegliere il vino giusto e servirlo alla temperatura corretta. Ad esempio con un’insalata di pollo“.

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E il vino rosso e il pesce?

“Perché no? Ad esempio un Chianti giovane si sposta benissimo con il cacciucco, ma anche con un guazzetto di pesce con salsa di pomodoro”.

Consorzio Vino Chianti - presidente Giovanni Busi

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L'intervistato: il presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi

Avete riscontrato una maggiore sensibilità da parte dei ristoratori oltre che dei consumatori finali?

“C’è più attenzione nel prodotto che si va ad offrire alla clientela. Anche perché i consumatori sono sempre più sensibili al prodotto, alla qualità e anche all’immagine dell’azienda. Come Consorzio Vino Chianti abbiamo lavorato molto su questo aspetto, per rendere anche le piccole e medie aziende riconoscibili e per proporle sul mercato estero.

Il Consorzio conta oltre 3.600 produttori, con più di 15.500 ettari di vigneto distribuiti fra Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Il successo di una piccola azienda all’estero è un vantaggio per tutta la denominazione, spinge al continuo miglioramento dell’offerta”.

Come si sono evoluti i mercati esteri?

“Gli Stati Uniti rappresentano sempre un bacino molto importante, ma lo sviluppo delle vendite passerà da Russia, Giappone, Cina e Sudamerica“.

E sul fronte interno?

“Il Chianti sta acquistando un nuovo appeal sulle giovani generazioni. Basti pensare che durante l’ultimo Vinitaly il Chianti è stato il vino più citato nei social”.

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