Si presenta in sala stampa con la testa già a Genova, dove domenica la Fiorentina è attesa da quello che non esita a chiamare uno “scontro diretto” in chiave Champions League. Ma Gianluca Comotto si sente pronto, lui come tutta la squadra.
“Siamo a pochi giorni alla sfida con il Genoa. É uno scontro diretto. Il Genoa sta lottando. Non sarà decisiva ma dirà molto sul futuro della Fiorentina e dello stesso Genoa. Se giocherò? Cerco di farmi trovare sempre pronto, spetta al mister decidere se impiegarmi. Con Semioli al vecchio 4-3-3? Abbiamo giocato insieme. Mi fa piacere ritrovarlo. Con l’uomo davanti mi riesce molto più facile fare le sovrapposizioni”.
Ma la Fiorentina potrebbe accontentarsi di un pareggio? “La squadra ha dimostrato di essere non adatta al pareggio – risponde Comotto – in trasferta poi non è mai semplice. Non sarà facile, sarà una partita spettacolare“.
Cosa teme Comotto del Genoa? “Il collettivo, e poi davanti c’è Milito. Temo lui ma anche l’entusiasmo che ci sarà a Marassi. Difesa troppo alta con Lecce e Lazio? Ci siamo fatti trovare troppo alti in certe situazioni. Non è semplice, ci stiamo lavorando. La difesa si è comunque comportata bene in questo ultimo periodo”. E domenica mancherà Melo… “La squadra ha dimostrato di poter supplire alle assenze. La rosa è ampia e credo non troveremo difficoltà. Frey quanti punti porta? Oltre a fare delle grandi parate offre tanta sicurezza. È uno tra i migliori al mondo”.
Come considera, fino a questo moemtno, la sua esperienza in viola? “Considerando che sono arrivato in una ambiente nuovo – analizza il difensore – poi con l’infortunio, mi ritengo soddisfatto. Non ho raggiunto il picco massimo degli anni passati ma ho la coscienza a posto. Quest’anno tiro poco? Domenica ho tirato da vicino ma il portiere ci ha messo una pezza. Ho qualche difficoltà ha trovare il gol, ci riproverò domenica. Cosa ne penso di Jankovic? Quest’anno le individualità sono migliorate. Si gioca sempre su l’uno contro uno, ora Jankovic, ogni domenica è ricca di insidie, l’importante è sempre farsi trovare pronti”.
Poi il discorso scivola su Italia – Brasile. “Ho visto tanto Brasile e poca Italia. Quando i ritmi sono bassi la qualità tecnica fa la differenza. Melo sembrava giocasse da tanto tempo in maglia verdeoro. Gila e Montolivo hanno trovato qualche difficoltà”.