Cinquantenne di La Spezia, da vent’anni trasferito a Roma dove lavora e dirige l’École d’art Martenot, Liberatori è ormai celebre per le sue grandi tele, frantumate in pannelli, come tante finestre spalancate su una natura viva e incontaminata. E’ una pittura a forte contenuto ambientalista, densa di suggestioni, di spessori, di paesaggi che offrono allo spettatore punti di vista nuovi e sorprendenti. L’artista si esalta elevando un inno all’acqua come fonte insostituibile di vita, di energia e di ricchezza.
Acqua e cielo, acqua e luce. Nella presentazione in catalogo, Marilena Pasquali, presidente della Fondazione Giorgio Morandi, sostiene che nell’arte di Liberatori la materia si trasforma in luce. Per questo pittore così singolare, aggiunge, “l’importante è liberare l’essenza dal superfluo, sfrondarla, ripulirla e farla brillare nella sua integra limpidezza”.
Sono molti anni, per la verità, che Liberatori racconta le sue Histoires d’eau: acqua del mare mossa dall’energia del vento e delle onde, acqua cristallina di torrenti che scorrono tra i boschi, acqua calma dei laghi dove si riflettono alberi secolari.