L’opera non vuole essere, nelle intenzioni dell’autore, una guida storico-artistica di Firenze, ce ne sono già tantissime, ma piuttosto un’interpretazione personale legata a vicende autobiografiche rielaborate nel grande scrigno della memoria. Firenze è uno dei luoghi chiave nella vita di Franco Bellato, psichiatra di professione, ma appassionato di
storia dell’arte e del paesaggio, che interpreta attraverso l’obiettivo fotografico. L’altro luogo è la Versilia, sua terra natale: proprio da Viareggio, all’età di 8 anni, Bellato era partito col nonno alla volta di Firenze, in cui aveva visto gli stupendi monumeti di Piazza Duomo, il fiume, il giardino di Boboli. Tornato ai tempi del liceo e dell’università, i luoghi prediletti sono diventati le piazze San Lorenzo, SS.Annunziata e Santa Croce. Nel 1966 l’esperienza di angelo del fango alla Biblioteca Nazionale, poi per lavoro, la frequentazione di San Salvi, dell’Arcispedale di Santa Maria Nuova e dello Spedale degli Innocenti. Quindi ogni via, palazzo o chiesa richiama alla memoria momenti, emozioni e sentimenti diversi. Le immagini di questo libro vogliono anche stimolare le istituzioni a curare di piu’ le bellezze artistiche e a considerare l’arredo urbano con maggior misura e razionalità. Nell’introduzione Antonio Paolucci afferma che il suo
amico Bellato si è dato l’obiettivo di “guardare la bellezza della città, ma anche meditare sulla propria interiorità che con essa dialoga”. Traguardo che può dirsi pienamente raggiunto.
Franco Bellato, Firenze della memoria, Edizioni Polistampa, (Euro 26, 00)
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