Quindici brevi racconti, indipendenti tra loro, anche se uniti dal taglio ironico in cui sono narrati; i volti tratteggiati (l’avaro, il mammone, l’autodidatta, il cattivo, il malato – porco ecc.), risultano carichi di umanità, volti reali, nei quali ognuno di noi potrebbe quotidianamente imbattersi.
Sullo sfondo dei racconti un filo conduttore, ‘mamma Paolina’, la quale più che una donna appare piuttosto “un incrocio tra Totò, Tina Pica e Mike Bongiorno”.
Un personaggio clownesco, espressione di quella saggezza popolare dispensatrice di contraddittori consigli (come si sa, esiste un detto per ogni circostanza) a cui può capitare di aggrapparsi nel tentativo di destreggiarsi tra le complesse vicende umane. Proprio perché curiosamente incoerenti, tali consigli si rivelano maldestramente inutili.
I racconti sono anche qualcosa d’altro. Sono un viaggio attraverso una condizione umana che non è prerogativa della categoria sociologica – seppure così attuale – dei cosiddetti ‘single’ – perché la ricerca di qualcuno o di qualcosa che accompagni, oppure occulti, la nostra solitudine ci appartiene essenzialmente.
È l’Uomo per me è uno di quei libri che, come si dice per alcune persone in cui capita a volte di imbattersi, ci fanno tornare a casa diversi da come siamo usciti.
Oriana Guarino avvolte e travolge con la sua ironia, apparentemente talvola sopita, ma poi sempre prorompente ed efficace. Un libro autobiografico? In parte sì, uno spaccato di vita in cui chiunque noi, anche attraversando la frenesia di oggi, può percorrere.
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