Rimarrà esposta fino al 31 ottobre Mr Arbitrium, la scultura di Emanuele Giannelli raffigurante un uomo alto 5,20 metri appoggiato alla Basilica di San Lorenzo di Firenze: se stia tentando di sorreggerla o di spingerla via lo decideranno i cittadini e i turisti che ne incontrano le fattezze monumentali. Per l’artista infatti, il soggetto protagonista non è l’opera ma l’umanità tutta, invitata ad approcciarsi alla statua come dispositivo di riflessione.
Il progetto e le riflessioni entusiaste dei passanti
Dal Palazzo Mediceo di Seravezza al Duomo di Pietrasanta e Carrara, dalla Basilica di San Michele a Lucca all’Arco della Pace a Milano, fino al Fortino del Forte dei Marmi, la domanda è sempre la stessa: spingere o sostenere? Secondo Emanuele Giannelli, “nel dubbio su quale direzione, filosofica e culturale, prendere, ognuno di noi metterà in campo il proprio “io”, agendo secondo le proprie capacità e la propria coscienza”.
Questo margine di interpretazione è stato molto apprezzato dai passanti, curiosi di risolvere l’enigma del gigante; alcuni hanno condiviso considerazioni personali, commenti entusiasti e critiche.
“Mi piace che non si capisca se stia spingendo o sorreggendo la Basilica, mi piace il gioco che crea la sua posizione perché lascia spazio all’immaginazione. L’arte deve fare questo, lasciar pensare chi guarda. Chapeau!” racconta Cinzia, fiorentina appassionata di arte contemporanea, che suggerisce inoltre la somiglianza tra Mr Arbitrium e alcune opere scultoree del tardo futurismo spagnolo.
L’inclinazione della testa rappresenta uno dei dettagli più decisivi per lo studio di questo corpo in tensione: per qualcuno lo sguardo rivolto verso il basso è un riferimento allo sforzo fisico del gigante nel tentativo di raccogliere la forza necessaria per spingere via la Basilica; per altri invece, il capo reclino suggerisce un atteggiamento di affaticamento, di protezione, di sostegno dell’edificio. Per Chiara – studentessa romana fuori sede -, l’azione di sorreggere un’opera architettonica così storica e significativa richiama l’esigenza di prendersi cura dei beni culturali, dell’arte e delle sue manifestazioni.
San Lorenzo e Mr Arbitrium: le critiche costruttive e irriverenti alla scultura gigante
Tra le poche critiche che abbiamo raccolto, Amanda ci chiede di far presente l’assenza di un pannello esplicativo: “Sulla scultura non c’è nessuna didascalia, solo un QR code che purtroppo non è fruibile da tutti. I miei genitori ad esempio hanno una certa età, sono persone curiose che vorrebbero capire qualcosa di più ma non possono perché non hanno i mezzi per farlo. Dal punto di vista museologico, l’opera non è così accessibile purtroppo”. Molti turisti si soffermano anche sul ironico commento lasciato dagli abitanti del rione San Lorenzo, apprezzandone l’irriverenza tutta toscana.
Il foglio, attaccato nei primissimi giorni di settembre adiacente alla statua, riporta una filastrocca canzonatoria che recita: “O Giannelli speriamo un cureggi sennò ci ritrovano a Careggi… ma un era meglio che invece di San Lorenzo a reggé la porta, tu la portavi a Pisa a raddrizzà la torre torta…”. E, in qualche modo, c’è un minimo comune denominatore che unisce questo atto di affissione e il lavoro dell’artista: la provocazione. Con il suo lavoro, Emanuele Giannelli vuole fotografare “un’umanità dubbiosa e caotica”, interrogandosi sulle modalità che ognuno adottare per affrontare le proprie sfide e prendere scelte decisive. Mr Arbitrium non prende posizione, si limita a offrire un interrogativo autentico che le città ospitanti accoglieranno in modo inatteso.
Chi è l’artista di Mr Arbitrium, la scultura appoggiata alla Basilica di San Lorenzo
Romano di origine, trapiantato a Pietrasanta, terra di eccelsi scultori, Giannelli racchiude dentro di sé la classicità della capitale e la geniale provocazione toscana, intesa da lui come una caratteristica positiva, in quanto capace di “provocare emozioni”. Nato a Roma nel 1962, poco prima dei vent’anni si trasferisce a Carrara, capitale del marmo, e nel 1984 si diploma in Scultura all’Accademia di Belle Arti con il massimo dei voti. È in quegli anni che si avvia il progressivo distacco dalle correnti classiche, parallelamente a un sempre più stimolante avvicinamento alla scultura contemporanea.
I complici? La cultura industriale da cui viene sempre più assorbito – la musica industriale ed elettronica, i libri, gli amici, i dischi, i fumetti – il punk come movimento giovanile di protesta, il movimento studentesco e gli scontri politici di fine anni ’70, che vede e vive da vicino, i tanti viaggi d’ispirazione tra Berlino e New York e il periodo vissuto a Londra nell’85. L’artista Giannelli cresce così, sperimentando nuovi materiali e nuove tecniche con impetuosa curiosità e coscienza, ma anche sperimentando il mondo, fino a trovare una sua narrazione, che quasi come un’ossessione ritorna in tutte le sue opere e che vediamo ancora oggi: la figura umana in preda al caos della contemporaneità e alla trasformazione.