Puccini e la sua terra, cronache di un festival controverso. È questa la filosofia con cui Niclo Vitelli, ex dirigente del Pci versiliese ed ex presidente del festival di Torre del Lago, racconta la storia del festival pucciniano negli anni di Bussotti, Ferrero, Alberti e Giacchieri.
“Un bel dì vedremo. Il festival di Giacomo Puccini, cronache di un'incompiuta”, è questo il titolo del libro che sarà presentato a Firenze mercoledì 20 alle 17, nella Sala del Gonfalone del Consiglio Regionale della Toscana, in Via Cavour 4. Insieme all'autore, sarà presente il Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani, l’assessore alla cultura e vicepresidente della Regione Monica Barni, l’editorialista del Corriere Fiorentino Franco Camarlinghi e Alberto Paloscia musicologo e direttore artistico della Fondazione Teatro Goldoni di Livorno, insieme al maestro Sylvano Bussotti.
Il libro, la storia
Il libro, pubblicato da Firenze Leonardo Edizioni, racconta il periodo d’oro del Festival di Torre del Lago, le sue premesse, il controverso epilogo e i possibili sviluppi futuri.
Il suo autore, ex dirigente del PCI versiliese per molti anni ed ex presidente dello stesso festival, affronta numerosi temi e dà un contributo essenziale per ricostruire le vicende di questo importantissimo evento culturale e musicale raccontando gli anni di Bussotti, Ferrero, Alberti e Giacchieri.
Nascita, crescita e declino di un appuntamento
Dalla nascita del Festival, nel 1979, alla trasformazione della vecchia stagione lirica, fino allo sviluppo dell’idea e il contesto politico istituzionale nei sette anni di Bussotti e subito dopo, tra conservatorismo, contraddizioni e tentativi d’innovazione, e infine il forse inevitabile declino. Nel corso del racconto vengono aperte numerose finestre per approfondire argomenti di ordine strettamente politico, narrati con un punto di vista quanto meno originale: il Pci e la realtà locale di Viareggio, il Pci e Giacomo Puccini, il rapporto del partito con la cultura, gli intellettuali, l’omosessualità.
E ancora: come nasce e si sviluppa a Viareggio il dualismo psicosociale, con un’analisi dello sviluppo della città; l’organizzazione delle attività musicali e le esigenze di riforma; il default economico finanziario di Viareggio con le conseguenti difficoltà a mantenere le attività di Festival; i punti alti della stagione del Festival e le contraddizioni; l’apertura di un dibattito sul futuro di Viareggio e su un Festival internazionale per Puccini.
“Questo libro racconta una visione – ha commentato il maestro Lorenzo Ferrero – e una occasione mancata, forse perché una serie di circostanze non erano mature, o forse perché non erano maturi alcuni protagonisti. Non è la storia di un festival, ma di un progetto più ampio di interazione fra cultura, ambiente e turismo. Cose scontate oggi, purtroppo non allora. Cose avvenute con successo altrove, ma non qui. Parafrasando Carmelo Bene, in questo libro ci sono quelli che hanno visto la Madonna, e quelli che non hanno voluto vederla. È la storia degli uni e degli altri. Forse può ancora insegnare qualcosa, perché il potenziale è ancora tutto lì. Basta che qualcuno raccolga il testimone”.