giovedì, 12 Dicembre 2024
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Riparte il Treno della Memoria, 500 studenti ad Auschwitz

Partiranno lunedì dal binario 16 di Santa Maria Novella e resteranno ad Auschwitz fino al 23 gennaio. Il presidente Rossi: "Esperienza importante di cultura e educazione, ancor di più dopo i fatti di Parigi"

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Dal binario 16 della stazione di Santa Maria Novella al campo di concentramento di Auschwitz. Parte lunedì 19 gennaio il Treno della memoria, e anche quest'anno i suoi vagoni trasporteranno una nutrita delegazione toscana lungo lo stesso percorso attraversato dai deportati negli anni terribili del nazismo.

Giovani, sopravvissuti e perseguitati dai nazisti

Saliranno a bordo 500 studenti degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, 51 studenti universitari dei tre atenei toscani, 75 insegnanti di 68 istituti secondari. Con loro anche testimoni diretti della Shoa, delegazioni in rappresentanza di ebrei, deportati, partigiani e politici, militari, rom e sinti, omosessuali: tutto l'universo di presunte diversità che il nazismo voleva cancellare dalla faccia della terra usando i campi di sterminio.

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Il progetto ha portato ad Auschwitz oltre 5.500 studenti e circa 800 insegnanti dal 2002 ad oggi, e con questa edizione, la nona, supererà la soglia dei 6mila studenti partecipanti.

Rossi: “Esperienza importante dopo i fatti di Parigi”

“Sono particolarmente orgoglioso quest'anno di partire ancora una volta con questo treno, cha la Regione è riuscita e spero riuscirà a mantenere grazie allo sforzo di tanti nonostante i tagli subiti ai bilanci – ha affermato il presidente Enrico Rossi presentando l'iniziativa insieme all'assessora alla cultura Sara Nocentini e ad Ugo Caffaz, da sempre anima di questa esperienza straordinaria – perché si tratta di una esperienza di cultura ed educazione particolarmente importante in questo momento segnato dai fatti di Parigi, dall'intolleranza e dal fondamentalismo che rialzano la testa per rivendicare al contrario i nostri sentimenti di libertà, eguaglianza e fraternità, di senso della democrazia e della convivenza civile come patrimonio comune”.

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