Il 12 settembre 1922 moriva Stefano Bardini (1836-1922), raffinato e acuto collezionista e mercante d’arte, il “principe degli antiquari” italiani fra Ottocento e Novecento.
Stefano Bardini, chi era il principe degli antiquari
La figura di Stefano Bardini è fondamentale per Firenze e per i suoi cittadini: passeggiando per i luoghi che ancora portano il suo nome – il Museo Bardini, Villa Bardini e Palazzo Mozzi Bardini – e che un tempo ne costituivano la “cittadella”, è tuttora possibile cogliere il fascino e la raffinatezza di questo importante capitolo di storia fiorentina, fiorito tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Ma chi era il Principe degli antiquari? Stefano Bardini è stato fra i più autorevoli antiquari italiani, che dopo anni di intensa attività commerciale decise di trasformare la propria collezione in museo e di donarla al Comune di Firenze.
Passeggiando per il meraviglioso giardino e per la villa che portano il suo nome, ammirando le opere conservate nel museo e ancora esposte sulle pareti “fondo blu” tanto amate dai collezionisti di tutta Europa, avvicinandosi alla straordinaria e cospicua documentazione archivistica e fotografica da lui lasciataci, è possibile così conoscere un periodo di grande fascino e suggestione, che vide protagonista una generosa parte del patrimonio storico-artistico italiano.
E per celebrare questo personaggio, proseguono le iniziative speciali organizzate dal Comune di Firenze e da MUS.E in occasione del centenario della morte del principe degli antiquari, Stefano Bardini.
Stefano Bardini, una visita guidata al museo per scoprirne le passioni
Nel pomeriggio di sabato 20 agosto, alle 14 e alle 15.30, è infatti prevista una visita guidata al Museo Stefano Bardini dedicata alla passione dell’antiquario per l’Oriente.
Secondo una testimonianza di Emma Bardini, figlia dell’antiquario, la fortuna economica del padre sarebbe iniziata con la vendita di un tappeto persiano del XVI secolo, oggi conosciuto come il “Boston Hunting Carpet”, acquistato per poche lire e rivenduto per migliaia. Per quanto la notizia sfumi nella leggenda, ben testimonia l’interesse per l’arte d’Oriente che spopolò tra studiosi e collezionisti nella seconda metà dell’Ottocento. Nella ricca collezione del museo sono oggi esposti numerosi esemplari di tappeti di notevole pregio, nonché di coiami di ispirazione araba, che la visita consentirà di riscoprire e apprezzare.
A settembre tornano le passeggiate nei luoghi di Bardini
Il 3 settembre (alle 10 e alle 11) inoltre ricominciano le Passeggiate Bardini, organizzate da Comune di Firenze, Galleria e Museo Mozzi Bardini – Direzione regionale musei della Toscana e Fondazione CR Firenze e con la collaborazione di MUS.E, che consentono di conoscere le meraviglie dei luoghi posseduti e abitati dall’antiquario, scrigni di capolavori dell’arte e della natura.
I percorsi hanno avvio dallo storico Giardino Bardini, ritmato dal “bosco all’inglese”, dalla “scalinata barocca”, dal “parco agricolo” e dall’incredibile belvedere sulla città di Firenze, dove lo stesso Bardini amava intrattenere i suoi clienti internazionali, per proseguire con Palazzo Mozzi Bardini, edificio di origine medievale trasformato dall’antiquario in straordinaria officina artistica, laboratorio di restauro, di deposito e di esposizione delle sue opere, oggi sito di proprietà dello Stato e sede di istituti del Ministero della Cultura, eccezionalmente aperto al pubblico, e concludersi con la visita del Museo Stefano Bardini, museo civico a lui dedicato, un tempo suo raffinatissimo negozio, donato dall’antiquario alla città di Firenze nel suo testamento e oggi straordinario scrigno di capolavori di ogni genere: fra queste la Carità di Tino da Camaino, la Madonna dei Cordai di Donatello, San Michele Arcangelo sconfigge il drago dei Pollaiuolo o l’Atlante del Guercino.