Siamo così abituati ad associare Firenze al Rinascimento che spesso ci dimentichiamo di quell’arte legata al XX secolo testimoniata da opere che raccontano momenti di vita quotidiana, storie di persone comuni e da ritratti di personaggi illustri. A volte questi quadri non sono visibili a tutti ma si nascondono all’interno delle mura di banche, fondazioni, istituti d’arte e sezioni aperte solo a studiosi specializzati.
la mostra
Villa Bardini, affiancata dall’Ente Cassa di Risparmio e Regione Toscana attraverso il progetto Piccoli Grandi Musei, con la mostra “Toscana ‘900 Da Rosai a Burri. Percorsi inediti tra le collezioni fiorentine”, a cura di Lucia Mannini e Chiara Toti, compie il “miracolo”. Il cittadino fiorentino e il turista, amanti dell’arte, hanno la possibilità di intraprendere un viaggio nel Novecento, circondati da pareti color verde bosco e dal panorama mozzafiato di cui gode Villa Bardini.
il percorso
Il percorso è diviso in due parti ed è il risultato di un progetto corale che ha coinvolto enti pubblici e cittadini privati. Dalla raccolta del Monte dei Paschi di Siena a quella dell’Archivio Bonsanti del Gabinetto Vieusseux, da quella dell’Istituto d’Arte di Porta Romana a quella dell’Accademia, da quella della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze fino a giungere a quella dedicata al collezionismo privato.
Sarà difficile non rimanere folgorati di fronte alle donne di Donne per le scale e alle forme di Vaso di fiori (1928), entrambi di Antonio Donghi. Scopriremo la posizione critica di Ottone Rosai nei confronti delle convenzioni borghesi in I giocatori di Toppa e un panorama composto da monumenti e vizi italiani in L’équilibriste o Maschere e rovine di Gino Severini. Osserveremo, con sguardo curioso, i ritratti di Leonetta Cecchi Pieraccini, gli autoritratti di Pier Paolo Pasolini e la figura severa, in nero, di una donna anziana in Donna in piedi di Baccio Maria Bacci.
Non solo quadri
“Toscana ‘900 Da Rosai a Burri. Percorsi inediti tra le collezioni fiorentine” espone libri rari d’artista ed edizioni d’arte (da Kandinskij a Duchamp, da Baj a Warhol), oggetti d’oreficeria come i bracciali di Angelo Dal Moro, sculture, ceramiche, tessuti e stampe. La seconda parte ci trascina negli appartamenti fiorentini di avidi appassionati d’arte. E così, ammirando le opere di De Chirico, Picasso, Fontana, Moore e Yasuda, potremmo domandarci “quale sensazione proveremmo a vederle tra le pareti di casa nostra?”.