giovedì, 8 Maggio 2025
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Addio Monni, tutta Firenze lo piange. Camera ardente al teatro di Rifredi

E' scomparso Carlo Monni, volto notissimo del teatro fiorentino. Era malato da tempo. Tantissimi i commenti e i saluti da parte della città, legatissima al ''suo'' Monni.

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Firenze piange Carlo Monni.

MALATTIA. L’attore, che aveva settant’anni, era malato da tempo. Quando si è diffusa la notizia della sua scomparsa, sono stati tantissimi i commenti e i saluti che Firenze (e non solo) ha voluto tributargli.

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INTERPRETAZIONI. Personaggio originale, Monni era infatti benvoluto e conosciuto da tutti. E ora in tanti ricordano quelle che sono state le sue apparizioni più celebri e di successo, come quella in Berlinguer ti voglio bene a fianco di Roberto Benigni.

CORDOGLIO. Tanti i registi con cui Monni ha lavorato nella sua carriera, tanto anche il suo impegno per il teatro. E tanti, come detto, i messaggi arrivati dal popolo fiorentino alla notizia della sua scomparsa.

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RENZI. “Lo ricordo come attore di cinema e teatro – commenta il sindaco Matteo Renzi – ma anche per il suo impegno nel sociale e nel territorio fiorentino. Negli ultimi anni ci incontravamo a volte al parco delle Cascine, dove lui andava a correre e che anch’io frequento nel tempo libero”. “Alla sua famiglia – conclude – l’affetto mio personale e di Firenze”.

CAMERA ARDENTE. La camera ardente è allestita al Teatro di Rifredi oggi dalle 14.30 alle 21, domani dalle 10. “Il nostro caro amico Carlo Monni se ne è andato domenica sera – lo ricordano proprio dal teatro di Rifredi – era un artista unico ed inimitabile. Prima ancora di essere capace di dar vita  a tanti indimenticabili personaggi, era lui stesso uno straordinario  personaggio. Ha recitato, cenato con gli amici e camminato alle Cascine  fino al giorno prima di entrare in ospedale. Questa era la sua vita. Era  solare, generoso come pochi ma poco incline ai compromessi. Era un uomo  libero, senza pregiudizi né morali né artistici. Cercava sempre la  verità sia sulla scena che nei rapporti con le persone. Nel lavoro  voleva divertirsi e divertire la gente, ma era anche un uomo colto ed un  amante della poesia e della musica. Da quasi quindici anni il Teatro di  Rifredi era diventato la sua casa. Tutto iniziò con una scommessa di  Angelo Savelli che lo volle a fianco della grande attrice ronconiana  Marisa Fabbri in una innovativa edizione di “Gallina vecchia” che riscosse un enorme successo. Il felice sodalizio con Savelli proseguì poi  con “S’io fossi foco” e “Nel mezzo del cammin”, dove Carlo poté esprimere tutto il suo amore per Dante e per gli antichi poeti toscani  un po’ ribelli e licenziosi come lui, recitando a fianco di Massimo Grigò e Andrea Bruno Savelli che diventeranno per lui più che dei  colleghi dei veri e propri complici e sodali. Ed è con Andrea Bruno Savelli che continuerà a calcare il palcoscenico di Rifredi prima con i  divertenti “Decameron” e “Cecco toccami” e poi con due impegnativi  spettacoli a cui si sentiva profondamente legato: lo shakespeariano  “Falstaff” e il brunelleschiano “La beffa del grasso legniaiuolo”. La sua  ultima apparizione pubblica è stata, sempre a Rifredi e sempre sotto la  direzione di Andrea Bruno Savelli, nella lettura scenica “La briscola in cinque” che nella prossima stagione teatrale sarebbe dovuta diventare un vero e proprio spettacolo. In tutti questi anni Carlo Monni ha recitato  in tantissimi spettacoli mattutini per le scuole. Carlo amava i giovani ed era amatissimo dai giovani che lo prendevano d’assalto alla fine delle rappresentazioni. Per tutto il mese di marzo è stato addirittura lui stesso ad andare direttamente dentro le scuole a recitare un divertente blitz teatrale sull’evasione fiscale. Chissà in quante pagine di facebook, in quanti diari scolastici, in quante camerette di adolescenti campeggiano le foto di Carlo Monni sorridente, avvinghiato a grappoli di giovani entusiasti e fieri di essere lì dentro quell’inquadratura con il loro idolo. Ora che Carlo ci ha lasciato nella  pienezza delle sue forze, della sua veloce falcata, del suo volto assolato, del suo potente sorriso e dei suoi occhi profondi, capiamo che a lui è spettata la giovinezza degli eroi”.

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