Alberghi sanitari “aperti per coronavirus”, dove assistere i pazienti affetti da Covid-19 in buone condizioni o le persone dimesse dall’ospedale e ancora positive al virus: in Toscana la Regione ha stipulato convenzioni con varie strutture ricettive per creare luoghi dove i malati meno gravi possano essere assistiti da medici e infermieri e adesso il governatore Enrico Rossi invita chi è in isolamento domiciliare a sfruttare questa opportunità.
Le oltre 3.500 persone positive al coronavirus che si trovano in isolamento a casa propria, perché in buone condizioni o perché dimesse dall’ospedale, si vedranno proporre dalle unità mobili di medici e infermieri (le cosiddette Usca – Unità speciali di continuità assistenziale) la possibilità di essere assistiti in un albergo sanitario della Toscana: non ci sarà l’obbligo di accettare, ma in caso di rifiuto ogni paziente dovrà firmare una dichiarazione in cui rinuncia al trattamento proposto.
Coronavirus, il perché degli alberghi sanitari in Toscana
“Gli alberghi sanitari offrono migliori garanzie di isolamento – ha spiegato il presidente della Regione Enrico Rossi con un video postato sulla sua pagina Facebook – A casa non è detto che accada. È una maggiore protezione per se stessi e per gli altri, perché trasferirsi in un albergo sanitario protegge anche chi convive con il paziente. Inoltre le condizioni di salute potranno essere monitorate in modo più continuo”.
La Regione Toscana ha stabilito che all’interno degli alberghi sanitari ci sia almeno una visita al giorno da parte di personale infermieristico e medico.
Covid-19 | Messaggio del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi – 7 aprile 2020
Oggi ho firmato due importanti ordinanze che ancora una volta mettono il territorio al centro della battaglia contro il Covid-19 e la sua diffusione. La prima riguarda gli alberghi sanitari. In Toscana abbiamo 3500 persone positive a casa in quarantena. Continuiamo a considerare l’albergo sanitario un tipo di cura intermedio più adeguato del domicilio, grazie al monitoraggio costante e alla visita quotidiana di un infermiere e di un medico assicurata in queste strutture. Con la nuova ordinanza invitiamo chi è in isolamento nel proprio domicilio ad accettare l’offerta alberghiera delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), nel rispetto di sé e degli altri. La seconda ordinanza riguarda le residenze per anziani e disabili. Dopo lo screening già in corso, assumiamo la decisione di prendere in carico come Sistema sanitario regionale tutti quei casi positivi al Covid presenti in queste strutture. Caso per caso, se il numero dei positivi è circoscritto, procediamo al trasferimento di questi alle cure intermedie o se necessario ospedaliere. In alternativa sposteremo gli ospiti con diagnosi negativa, trasformando la residenza in struttura interamente Covid, integrando il personale medico-sanitario e la strumentazione necessaria all’assistenza dei malati.
Gepostet von Enrico Rossi am Dienstag, 7. April 2020
Residenza per anziani e disabili, le nuove regole
Rossi ha poi firmato una nuova ordinanza, dopo quella che stabilisce l’obbligo di indossare la mascherina quando si esce di casa. A seguito dell’aumento di contagi da coronavirus nelle residenze per anziani e disabili, gli ospiti di queste strutture che risulteranno positivi al Covid-19, anche quelli asintomatici, saranno presi in carico dal servizio sanitario regionale, prevedendo per tutti almeno le cure intermedie con l’assistenza di infermieri, medici e strumentazione adeguata.
L’isolamento dei positivi potrà avvenire nella stessa residenza sanitaria, se gli spazi lo consentiranno, oppure i pazienti saranno trasferiti in strutture destinate unicamente a malati Covid-19. Alcune Rsa o Rsd private, grazie a un intesa tra la Regione e i singoli gestori, potranno essere trasformate in luoghi di cura dedicati soltanto a chi è affetto da coronavirus.