martedì, 5 Novembre 2024
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Catena di solidarietà per piccoli ”bambi”

Due baby caprioli sono stati trovati al Galluzzo e curati da un'équipe di veterinari. Entrambi cuccioli e feriti a una zampa, sono stati prima nutriti a suon di biberon, poi ''adottati'' da un residente della zona.

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Sono stati trovati a distanza di un giorno l’uno dall’altro, la prima nella parte del Galluzzo dove le case si diradano e diventa campagna, l’altro in un campo a Pozzolatico, mentre un contadino stava arando il suo campo.

LA STORIA. I due cuccioli di capriolo, gli occhi teneri da bambi, sono  stati portati entrambi, per una strana coincidenza, alla clinica veterinaria La Certosa, a due passi dalla piazza del Galluzzo, e lì i veterinari,  dopo aver denunciato il ritrovamento dei due cuccioli alla polizia provinciale, li hanno curati e accuditi: il maschietto aveva una zampa  distrutta, che è stato necessario amputare, la femmina – anche lei ferita a un arto – è stata curata e fasciata.

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BABY CAPRIOLI. Poi, durante la convalescenza, sono stati nutriti a suon di biberon di latte di capra, l’unico che i piccoli potevano digerire, e trattati amorevolmente dall’equipe di dottori della clinica che ha messo a disposizione la loro professionalità nonostante una legge impietosa imponga che gli animali selvatici feriti e non più autosufficienti, se non possono essere restituiti al loro habitat naturale, debbano essere abbattuti.

IL”BABBO ADOTTIVO”. Oggi Kevin e Sophie, questi i nomi con cui sono stati battezzati i piccoli animali, godono di ottima salute e vengono accuditi amorevolmente da Alfonso Todisco, residente del Galluzzo e grande amante degli animali (lui e la sua famiglia possiedono già una gatta 23enne e due  cagnolini salvati da morte certa, trovati in un sacchetto di plastica chiuso e buttato all’interno di un cassonetto dell’immondizia), che ha messo a disposizione il suo tempo e lo spazio che ha a disposizione alle porte di Firenze per farli vivere nel migliore dei modi possibile.

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COME STANNO. “Il maschietto – spiega la veterinaria Franca Del Piaz, della clinica La Certosa – nonostante cominci già a sviluppare la muscolature delle zampe per stare in equilibrio sulle altre tre, se venisse liberato non riuscirebbe a sopravvivere, mentre le condizioni della femmina  migliorano a vista d’occhio”. Adesso, a quasi tre mesi d’età, cominciano a masticare fieno, erba e qualche foglia. “In questo modo cominciano a far funzionare gli stomaci e l’apparato ruminate”, spiega la dottoressa.

STORIA A LIETO FINE. Kevin e Sophie si avvicinano all’uomo senza timore e prendono il cibo dalle mani del “babbo adottivo”, che dedica loro moltissime attenzioni e gran parte delle sue giornate. “Farei ogni cosa per farli star bene”, racconta il signor Todisco, che già quando erano in clinica passava  regolarmente a trovarli per sapere delle loro condizioni di salute. “È un nostro ‘cliente affezionato’ da venticinque anni – spiega Franca Dal Piaz – e si è sempre prodigato per animali di ogni razza e specie. Nella loro sfortuna, questi due animaletti sono stati fortunatissimi ad averlo incontrato”.

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