Storico rientro della Marchesi Antinori nella compagine sociale del Consorzio Vino Chianti Classico, dal quale era uscita nel 1975. La prestigiosa Azienda guidata dal Marchese Piero Antinori, oggi uno dei principali produttori del territorio con Badia a Passignano Riserva, Marchese Antinori Riserva e Pèppoli, va così a completare il quadro di partecipazione degli associati al più antico Consorzio vinicolo italiano di tutela e valorizzazione, che ora rappresenta la quasi totalità della produzione di Chianti Classico. Antinori era infatti l’ultima grande azienda operante sul territorio non associata al Consorzio Vino Chianti Classico.
CHIANTISHIRE E NON SOLO. Che gli inglesi amino il Chianti Classico, è cosa nota, se solo si pensa al celebre toponimo con cui hanno ribattezzato l’intera Toscana: Chiantishire. Ma il terroir dove nasce uno dei vini più famosi al mondo, non “parla” solo inglese: e la conferma arriva dal verdetto emesso dagli oltre 24.000 eno-appassionati di “Muskankarna”, il più grande club di amanti del buon bere al mondo, distribuiti in 155 diverse sedi in Svezia ma anche in Finlandia, Spagna, Francia e Belgio, che hanno eletto il Chianti Classico “Territorio dell’anno 2012”, confermandolo una delle mete più amate al mondo. E che si preparano ad invaderlo per tutto il 2012 a partire dalla “Chianti Classico Collection”, l’anteprima delle annate 2011, 2010 e della Riserva 2009 del Chianti Classico alla Stazione Leopolda a Firenze (il 20 febbraio, riservata agli operatori, ed il 21 e 22 febbraio per la stampa; www.chianticlassicocollection.it).
MARCHIO TERRITORIALE. Pochi territori al mondo sono così famosi e conosciuti come il Chianti Classico, tanto da assumere la valenza di un vero e proprio brand, un “marchio territoriale” forte e un luogo di culto enologico oltre la sua denominazione, capace di vantare milioni di estimatori in tutto il mondo, per i quali i vini italiani non sono solo sinonimo di eccellenza, ma anche del lifestyle Made in Italy. E’ questo il caso della Svezia – e, più in generale, di tutto il Nord Europa, Paesi Scandinavi in testa – che rappresenta oggi uno dei mercati più interessanti per la produzione enologica italiana, non solo per i numeri (nei primi dieci mesi 2011 il Belpaese ha esportato vini e mosti per un valore di 75 milioni di euro, sui 67 milioni di euro dello stesso periodo del 2010, per circa 280.000 ettolitri, sui 270.000 del 2010; fonte: elaborazione Federvini su dati Istat), ma anche per la straordinaria immagine di cui gode l’Italia.