Passata la fase acuta dell’emergenza coronavirus anche i cimiteri riaprono le porte, per dare la possibilità di rendere omaggio ai defunti. Via libera anche ai funerali, ma con regole rigorose. Dal 4 maggio, si può infatti andare al cimitero, anche se con orari ridotti e diversi da Comune a Comune e sempre rispettando le regole anti-contagio. Stesso discorso per le esequie che riprendono in forma strettamente privata, secondo le limitazioni previste dal decreto del presidente del Consiglio sulla fase 2.
Si può andare in un cimitero fuori Comune?
Tra le motivazioni valide per gli spostamenti in questa seconda fase c’è anche quella che consente di andare al cimitero: è possibile farlo anche in un altro Comune rispetto alla città dove si abita, purché non si vada fuori dai confini regionali. All’esterno e all’interno del camposanto poi è necessario mantenere sempre la distanza di sicurezza di almeno un metro dalle altre persone ed evitare assembramenti. Se questo non fosse possibile il sindaco può decidere la chiusura dei cimiteri.
È quanto specificato anche nelle FAQ sulla fase 2 (le risposte alle domande più frequenti) pubblicate sul sito del governo.
Coronavirus, ok ai funerali dal 4 maggio: le regole
Con la fase 2 riprendono anche le cerimonie funebri ma le nuove disposizioni per limitare la diffusione del coronavirus sono molto stringenti: è possibile andare ai funerali – da svolgere per quanto possibile in spazi aperti o nelle aree dei cimiteri – ma possono partecipare al massimo 15 persone, i parenti più stretti del defunto. I fedeli poi devono stare distanti almeno un metro l’uno dall’altro e il sacerdote deve indossare la mascherina.
Non sono più previsti, come annunciato inizialmente, i termoscanner per rilevare la temperatura corporea dei partecipanti all’ingresso della chiesa o del cimitero, ma chi ha più di 37,5° o chi è stato a contatto con persone positive al coronavirus deve restare a casa.