Tommaso Grassi, uno dei più giovani volti del Salone dei Duecento, lascia il gruppo Spini per Firenze e va nel gruppo misto, pronto a fondare una nuova grande alleanza. “Dobbiamo offrire un’alternativa a chi non vuole morire renziano”.
DISCORDIA. Gli attriti tra il capogruppo Valdo Spini, ex parlamentare ed ex ministro, e Tommaso il Giovane si erano fatti sempre più frequenti nell’ultimo periodo, dall’endorsement di Spini per Renzi in poi. Da quasi un anno, infatti, si mormora di un possibile ingresso di Spini in maggioranza e di una possibile poltrona pronta per lui in caso di rimpasto (la più quotata è quella attualmente occupata da Eugenio Giani, a capo del Consiglio comunale). Nel frattempo si faceva sempre più serrata, invece, l’opposizione di Grassi alla giunta Renzi. Fino al voto al Piano strutturale, contrario per Grassi e favorevole per Spini. Un punto di non ritorno che ha portato alla rottura definitiva del sodalizio.
NON MORIR RENZIANO. L’uscita dal gruppo è stata “un atto doveroso a seguito della recente approvazione del Piano strutturale – dichiara Tommaso Grassi – che ha visto una divergenza di voto tra me e Valdo Spini, al quale rinnovo la mia stima personale e le valutazioni del quale rispetto, pur non condividendole”. Una separazione “senza animosità”, assicura Grassi, arrivata dopo un serio confronto “con la coalizione che mi ha eletto e le cui forze componenti, Federazione della Sinistra, Verdi, Cittadini area Fiorentina”.
NUOVO GRUPPO. Una coalizione con cui Grassi conta di fondare un nuovo “fronte”: il gruppo potrebbe chiamarsi “Sinistra e Cittadinanza” e nasce con lo scopo di dare “un’alternativa nel merito e nel metodo al renzismo, che assomiglia sempre di piu’ al berlusconismo, e di rappresentare chi in questa città non si riconosce in una politica fatta di bellissimi spot, ma che in concreto prevede due milioni di metri cubi in più di cemento, privatizzazioni selvagge, accentramento dei poteri nella figura del sindaco, e tutto questo mentre si finge abilmente l’esatto contrario”.
GRUPPI MONONUCLEARI. Spini, lasciato solo dal compagno di gruppo, prende atto e si limita “a ricordare che egli nel mio gruppo ha sempre avuto completa libertà di voto e di espressione”. Con quest’ultimo divorzio i gruppi “mononucleari” sono sei: oltre a Spini fanno gruppo a sé la De Zordo (Perunaltracittà), Eros Cruccolini (Sel), Razzanelli (Lega Nord), Pieri (Misto di minoranza), Di Puccio (Misto di maggioranza). E’ rimasto a quota due invece il gruppo dell’Idv (Scola più Fittante), mentre è incredibilmente numeroso, fatte le debite proporzioni, Fli: tre componenti a Palazzo Vecchio e 29 alla Camera).