“Bernardo Provenzano è in ospedale, è curato per tutte le sue patologie. Il suo è un 41 bis sulla carta. Perché revocarglielo?”.
LA LETTERA. Inizia così, con una domanda di rabbia e di sconcerto, la lettera di protesta dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili scritta per commentare la revoca del regime carcerario 41 bis, il cosiddetto carcere duro, al boss Bernardo Provenzano.
LA REVOCA. La decisione è stata presa oggi, condivisa dalle procure di Firenze, Caltanissetta e Palermo alla luce del cattivo stato di salute del capo dei Corleonesi.
DERIVA DI 41BIS. Le procure, prosegue la lettera, “revocano quella questione di principio che mai avrebbe dovuto venire meno davanti ai morti ammazzati dalla mafia e che da troppo tempo era nell’aria”. Per i familiari delle vittime dei Georgofili, guidati dal presidente Giovanna Maggiani Chelli, “sarà la deriva del 41 bis, questo si che le procure di Firenze, Caltanissetta e Palermo otterranno se il Ministro della Giustizia non sarà illuminato verso le vittime di mafia”.
INDIGNATI. “Siamo indignati e scandalizzati”, aggiungono i parenti delle vittime dell’attentato. Pronti ad andare “in via dei Georgofili sotto il sol leone a chiedere attenzione per i nostri figli ammazzati e invalidati” perchè sono state “troppe le minacce ai magistrati, troppe le brache calate davanti alla mafia” che aggiunte a “un Governo di larghe pretese” hanno causato “un probabile regalo alla mafia cosa nostra senza precedenti”.
VERGOGNA. Infine un epilogo tagliente: “Gabriele Chelazzi (il pm che a lungo ha indagato sull’attentato, ndr) – si chude così la lettera – si rivolterà nella tomba davanti a sì tanto scempio!La “PRESUNTA” trattativa è arrivata a compimento sul sangue dei nostri morti, e sulle ferite dei nostri invalidi: chi deve si vergogni!