giovedì, 25 Aprile 2024
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Germania-Italia in bici, ecco le Alpi / FOTO

Continua il viaggio in bicicletta dalla Germania all'Italia di Michele Mastrosimone e Lorenzo Passagnoli. Ecco il resoconto della quarta, quinta e sesta tappa. Tra distanze diverse da quelle previste e il maltempo. E le Alpi...

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Continua il viaggio in bicicletta dalla Germania all’Italia di Michele Mastrosimone e Lorenzo Passagnoli. Ecco il resoconto della quarta, quinta e sesta tappa. Tra distanze diverse da quelle previste e il maltempo.

Quarta tappa, Ebersbach an der Fils – Oberessendorf
DST: 130 Km 
TM: 6h 52m 
Vel. media: 18.8 Km/h 
Vel. max: 50 Km/h
Disliv. in salita: 1445m 
Altit. max: 850m
Pend. media: 3% 
Pend. max: 12%

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Anche oggi le distanze erano completamente sballate, basti pensare che siamo arrivati a sera al paese dove teoricamente avremmo dovuto fare la pausa pranzo.
 Nei primi chilometri abbiamo incontrato subito un bel dislivello da scalare, 5 km all’8%, dopodichè un’altra salita di 4km al 7%. Una volta arrivati in cima ci siamo trovati in uno splendido altopiano a 800 metri .
Le cose però si sono ulteriormente complicate perché, a causa di due paesi con lo stesso nome, abbiamo perso “le tracce” del percorso originale e ci siamo addirittura ritrovati a scendere una mulattiera al 19%. Ma una volta ritrovata la strada è andata molto meglio. Prima di tutto avevamo un percorso pianeggiante (il primo dall’inizio del viaggio…) e interamente su pista ciclabile.
 Al momento siamo accampati in un bosco vicino alla psita ciclabile e domani partiremo alla volta del Bodensee (Lago di Costanza) e i relativi confini tra: Germania, Svizzera, Austria e il piccolo Liechtenstein.

Quinta tappa, Oberessendorf – Koblach, Österreich (Austria)
DST: 107 Km 
TM: 5h 27m 
Vel. media: 19.7 Km/h 
Vel. max: 55.4 Km/h
Disliv. in salita: 736m 
Altit. max: 790m
Pend. media: 2% 
Pend. max: 9%

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Questa mattina ha cominciato a piovere verso le 6, per fortuna ha smesso in tempo utile per partire, alle 8.
 Abbiamo fatto colazione a Bad Waldsee, dove si svolgeva una anche una maratona. Il tempo era ottimo e il percorso, cosa rara, pianeggiante. Già dal mattino si vedevano all’orizzonte le alpi. Magnifiche, possenti e sontuose, con le loro cime innevate si ergono potenti di fronte a noi. Grande emozione, dopo di esse c’è “casa”. Proviamo un grande senso di rispetto verso questi colossi di roccia, ma al tempo stesso non vediamo l’ora di misurarci sulle loro salite. 
Ritornando alla tappa, tutto procedeva bene. Dopo le ultime salitelle vedevamo finalmente il famoso Bodensee (lago di Costanza), bellissimo con le alpi innevate sullo sfondo. Peccato che il cielo si era rannuvolato rendendo grigio il paesaggio. Abbiamo fatto la pausa pranzo a Lindau e poi abbiamo ripreso la marcia salutando la terra teutonica visto che entravamo in Austria. Il percorso era ulteriormente in pianura e veloce, potevamo tranquillamente recuperare gran parte del gap di ieri. Purtroppo il cielo dopo pranzo si è guastato sempre di più. Ha iniziato a piovere e la temperatura è scesa di 15 gradi. Abbiamo comunque percorso altri 40 km sotto l’acqua prima di decidere di fermarci a pernottare in una “gasthaus” (una pensioncina), onde evitare di fare la fine della seconda tappa, dove abbiamo pedalato fino alle nove e mezza di sera per trovarne una che non fosse piena, ma avevamo ancora energie per proseguire tranquillamente.
 Anche in Austria le reti ciclabili sono ottime, i 40 km sotto l’acqua li abbiamo percorsi su di esse, sarebbe stato molto peggio se non c’erano.
 Domani ci aspettano le Alpi e, forse, anche l’Italia. Speriamo solo che il tempo si aggiusti per goderci le vette innevate.

Sesta tappa, Koblach, Österreich (Austria) – Davos, Schweiz (Svizzera)
DST: 116.54 Km 
TM: 7h 12m 
Vel. media: 16.1 Km/h 
Vel. max: 39.4 Km/h
Disliv. in salita: 1517m 
Altit. max: 1625m
Pend. media: 6% 
Pend. max: 13%
Disliv. discesa: -326

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Anche stamattina la pioggia si è defilata in modo da farci partire asciutti, ma non per questo non si è fatta sentire. A cavallo tra il Liechtenstein e la Svizzera ha iniziato a piovere, con relativo abbassamento della temperatura. Ma noi ci eravamo già vestiti in assetto invernale. In più mi si è forata la ruota posteriore dopo pochi chilometri, sostituita al volo.
 I primi km erano piatti, se ieri non avesse piovuto così forte avremmo guadagnato non poco. Ci siamo divertiti a saltare da un confine all’altro: Austria/Svizzera poi Svizzera/Liechtenstein e infine nuovamente Liechtenstein/Svizzera. Tutto questo per il fatto che per entrare nel Liechtenstein dall’Austria si deve avere il passaporto e dalla Svizzera no… mah! Più pedalavamo e più le Alpi si avvicinavamo, stringendoci in una morsa dalla quale era impossibile scappare.
 Durante il picco di pioggia abbiamo giocato la carta “pranzo al riparo”. Giocata bene, perché nel frattempo aveva smesso di piovere e aveva messo un bel sole che ha tirato sul il morale che era più basso della temperatura.
 Siamo dunque partiti all’attacco delle Alpi. Che dire, sono dure. Molto dure. Siam partiti leggeri al 2% per poi arrivare all’8-9% di media. Il paesaggio era magnifico, purtroppo però il tempo no. Più che salivamo e più che si abbassava la temperatura. Dai 20° del sole siam passati ai 0.2° sui 1600. Per fortuna la salita dava tregua in modo di riprendere le energie, ne avevamo bisogno davvero.
 Ma il problema più grosso è stato in cima. Ci avevano avvisato che Davos era cara, ma non avevamo capito quanto. Una semplice doppia modello base veniva 106 euro più altre “spese”. La faccenda era grave, la sera stava arrivando e le temperature si abbassavamo pericolosamente. Non che non avessimo i soldi, ma non volevamo pagare tanto.
 Abbiamo chiesto in stazione e persino in ospedale se c’era un posto per passare la notte. Provare in altri paesini dopo era impensabile. Eravamo già provati e senza energie. Per fortuna salta fuori un ostello della gioventù all’ultimo dove ci siamo letteralmente lanciati in corsa perché chiudeva alle 21 (erano le 20:43 ). Abbiamo fatto quindi una corsa contro il tempo di sera, in un paese che non conosciamo, con la tormenta di neve contro e in salita… Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Grande la gioia di avere un letto caldo. Non sappiamo cosa faremo domani, lo Stelvio è chiuso. Ma il viaggio continua!

 

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