domenica, 15 Dicembre 2024
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I volti della raccolta alimentare

Il progetto fotografico ‘Altriocchi’ immortala i volti dei volontari e delle tante persone che ricevono il cibo delle raccolte alimentari. E il 17 marzo torna una nuova colletta nei supermercati Coop.fi

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Nel “dietro le quinte” delle raccolte alimentari ci sono tante facce: troviamo lo sguardo fiero dei volontari che servono i pasti nelle mense dei poveri e i volti segnati dalle rughe di chi ha perso tutto e non ha neppure una manciata di spiccioli per poter mangiare.

Sono gli “Altriocchi” immortalati dal fotoreporter Stefano Schirato, che è andato lì dove arrivano le tonnellate di cibo donate ogni anno durante le raccolte alimentari organizzate nei supermercati Coop.fi.

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Il viaggio di questa mostra, promossa dalla Fondazione Il Cuore si scioglie e da Unicoop Firenze, parte dal centro commerciale di Ponte a Greve, dove resterà fino al 18 marzo, ma da qui a ottobre girerà la Toscana.

La nuova raccolta alimentare Coop

Un percorso che inizia a pochi giorni dal nuovo appuntamento con la prima raccolta alimentare del 2018: sabato 17 marzo in 90 punti vendita Coop.fi, migliaia di volontari insieme alle 38 sezioni soci Coop, chiederanno alle persone di dare il loro contributo, anche piccolo: un pacco di pasta, per esempio, tonno in scatola o prodotti per i bambini piccoli. Tutti i generi di prima necessità donati da soci e clienti andranno poi, grazie anche alla collaborazione di Caritas Toscana, a 150 associazioni del territorio che assistono i meno fortunati.

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Solo nel 2017 durante queste collette sono state raccolte 371 tonnellate di prodotti. “Quest’anno presentiamo la raccolta alimentare con i volti dei beneficiari e dei volontari dell’iniziativa, grazie al lavoro di Stefano Schirato che insieme alla Fondazione è entrato nelle realtà dei toscani meno fortunati – spiega Irene Mangani, vicepresidente della Fondazione Il Cuore si scioglie – Siamo infatti convinti che ogni essere umano abbia diritto a essere guardato negli occhi e questa mostra è un invito a farlo”.

Stefano Schirato nella sua carriera ha fotografato profughi e zone di guerra, la Terra dei Fuochi e Sarajevo 20 anni dopo l’assedio. “Mi sento privilegiato a poter raccontare, con la mia macchina fotografica, delle storie umane – racconta – dare voce a chi, spesso, non ha neanche la forza di parlare, è la chiave, che dopo 20 anni, mi fa ancora essere innamorato della fotografia. Come il primo giorno”.

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