venerdì, 29 Marzo 2024
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Il collirio? Ha 2.200 anni. Un convegno per saperne di più

Mercoledì prossimo a Firenze giornata di studio per scoprire i segreti dell'antico medicamento ritrovato in un relitto nel Golfo di Baratti: è l'antenato del moderno collirio?

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E’ stato ritrovato nella “cassetta” di un medico che viaggiava sulla nave naufragata nel Golfo di Baratti oltre 2000 anni fa l’antico medicamento in ”pastiglie” che – ne sono convinti gli esperti – potrebbe essere l’antenato del moderno collirio.

IL COLLIRIO PIU’ ANTICO. Al misterioso farmaco e alla sua storia è dedicata la giornata di studi promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana che mercoledì prossimo, il 12 giugno, sarà ospitata in Palazzo Vecchio a Firenze. “Il collirio di Plinio” è il titolo scelto per il convegno, in onore a Plinio il Vecchio che per primo preparò un composto anch’esso molto simile al collirio che oggi dà sollievo agli occhi dei ”moderni” in tempi di allergie primaverili.  I lavori si svolgeranno nella Sala de’ Dugento e avranno come moderatore Piero Pruneti, direttore della rivista Archeologia Viva.

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IL CONVEGNO. La giornata di studi avrà luogo nella Sala de’ Dugento: per l’occasione il contenuto della cassetta del medico del relitto del Pozzino, attualmente custodito presso il Museo Archeologico del Territorio di Populonia (Piombino) sarà eccezionalmente esposto al pubblico. Esperti e tecnici racconteranno le fasi della scoperta del collirio e le sue implicazioni sulla medicina moderna. Oltre al contributo dei ricercatori della stessa Soprintendenza e delle Università di Firenze e Pisa coinvolti nel ritrovamento e nell’analisi delle compresse, è previsto l’intervento di studiosi della storia della medicina antica e di rappresentanti di SIFI, Società Industria Farmaceutica Italiana, quest’ultima in qualità anche di sponsor del convegno.

 LA STORIA. Le “compresse” sono state rinvenute nel bagaglio di un medico che viaggiava lungo le coste del Mediterraneo su una nave naufragata nel II secolo a.C. nelle acque del Golfo di Baratti . A custodire per oltre 2200 anni il medicinale è stato un contenitore di stagno – una “pisside” -, mantenutosi sigillato all’interno del relitto navale del Pozzino portato alla luce, sotto la direzione di Antonella Romualdi, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, guidata ora da Andrea Pessina.

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LA VALIGETTA. “Spesso si fa l’errore di considerare come beni da tutelare soltanto le anfore, gli oggetti di uso comune e altri reperti di facile identificazione – afferma il Soprintendente Pessina – mentre questa ricerca dimostra invece che c’è molto di più. Grazie ad analisi come questa è infatti possibile ampliare lo spettro dei beni da tutelare ed aprire una finestra su altri aspetti e altri campi, finora meno esplorati”. A completare la “valigetta” dell’antico medico sono stati rinvenuti anche 136 piccoli flaconi di legno di bosso, numerose altre pissidi in stagno, un mortaio in pietra, uno strumento chirurgico in ferro e una campana in bronzo, probabilmente usata per praticare salassi. 

GLI OSPITI. Oltre al contributo di SIFI, la giornata è possibile grazie all’apporto di FEI, Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Perkin Elmer, Tecsette, Ordine dei Chimici della Toscana, Isopad e Ivalsa – CNR.  L’iniziativa è patrocinata da Regione Toscana, Provincia di Firenze e Comune di Firenze. Per il Comune di Firenze sarà presente il Presidente del Consiglio Eugenio Giani, mentre per la Regione Toscana parteciperà la Dott.ssa Elena Pianea (Assessorato Cultura e Turismo). Sarà presente inoltre il Presidente dell’Amat (Associazione Musei Archeologici Toscani) Paolo Becattini, già assessore alla Cultura del Comune di Fiesole.

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