Il risparmio idrico? In Toscana si impara sui banchi. Grazie al progetto regionale un “Patto per l’acqua” che punta a promuovere nelle classi di tutta la regione le buone pratiche per un consumo consapevole della risorsa idrica.
EDUCARE I PICCOLI.“Se è vero, come è vero, che l’acqua è un bene a rischio e che le cause non risiedono solo nei cambiamenti climatici ma anche negli sprechi di una risorsa così essenziale, educare i piccoli serve anche per educare i grandi, spiega Stella Targetti, vicepresidente della regione Toscana e assessore all’istruzione, che ha promosso il progetto regionale “Un patto per l’acqua” che si attiverà nelle scuole toscane per promuovere “comportamenti virtuosi nei confronti della risorsa acqua”.
IL PROGETTO. Il progetto è formato da numerose iniziative: innanzitutto sono previste azioni formative per trentacinque operatori. Questi poi, ben istruiti, andranno ad incontrare gli insegnanti delle scuole. Dagli insegnanti poi partirà il progetto vero e proprio realizzato in ogni scuola di ordine e grado dove verranno fatte attività formative e informative per promuovere “buone pratiche sul risparmio idrico” tra gli studenti. Al centro delle iniziative ci saranno i temi dei cambiamenti climatici, il concetto di“impronta idrica”, la messa a punto di moduli educativi sul tema acqua. La regione ha finanziato questo progetto con quattrocento quarantamila euro.
L’ACQUA NECESSARIA. Durante i vari corsi formativi saranno fornite le indicazioni riguardanti la quantità di acqua necessaria per realizzare beni di normalissimo consumo: dal bicchiere di birra (trecento litri) alla tazza di caffè (centoquaranta litri), dall’hamburger (duemilaquattrocento litri) al paio di jeans (seimilaottocento litri), da un semplice foglio di carta (centoventicinque litri) a una t-shirt (millecinquecento litri). Occhio aperto e attento anche verso i rubinetti che perdono, perché con una semplice goccia al minuto se ne vanno via, ogni mese, 864 litri che diventano 1.930 se le gocce sono, ogni minuto, novanta.