La quarta sezione penale della Cassazione spiega perché lo scorso 10 aprile sono stati confermati gli arresti domiciliari a Francesco Schettino, il comandante della Concordia accusato di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo – 32 vittime – abbandono della nave e deturpamento dell’habitat.
LA CASSAZIONE. La Cassazione spiega così la decisione presa lo scorso 10 aprile è una persona “inaffidabile” e “non adatta allo svolgimento di funzioni di comando e comunque di responsabile della sorte di persone a lui affidate” quindi incapace di garantire l’incolumità delle persone.
LA DECISIONE. Piazza Cavour, bocciando il ricorso della difesa dell’ex comandante della Concordia, sottoscrive la valutazione del Tribunale della libertà di Firenze dello scorso 6 febbraio che “ha ritenuto concreto il pericolo di reiterazione del reato sulla base della gravità del fatto e del comportamento tenuto da Schettino che non solo con le gravi imprudenze e negligenze che hanno determinato il naufragio della nave, ma anche con il comportamento tenuto nelle successive fasi della vicenda con il ritardo nella segnalazione del fatto all’autorità portuale, con la perdita del controllo della nave e con delle operazioni di salvataggio dei passeggeri, gestite da altri, con il ritardo nell’ordine di abbandono nave ai passeggeri, con il proprio abbandono della nave e il rifiuto di ritornarvi, con la sottovalutazione dell’emergenza creatasi e il tentativo di accreditarsi comunque come un bravo capitano con la manovra di accostamento della nave, ha dimostrato di non essere in grado di gestire una situazione di pericolo tipica della sua professione, nonostante la specifica preparazione professionale e l’esperienza maturata”.
La decisione: Costa Concordia, confermati i domiciliari a Schettino