I ricercatori del dipartimento di Scienze neurologiche e psichiatriche, guidati da Stefano Pallanti, direttore dell’agenzia di Psicologia clinica e psicoterapia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi, hanno praticato sui 60 pazienti, affetti da un tipo di depressione che non risponde a cure farmacologiche preesistenti, sia la stimolazione di ambedue gli emisferi del cranio (a bassa frequenza sull’emisfero destro e ad alta frequenza su quello sinistro) sia la stimolazione a bassa frequenza sul solo emisfero destro. La stimolazione unilaterale a bassa frequenza sull’emisfero destro si è rivelata più efficace rispetto all’altra terapia (30% di guarigioni contro 10%) e potrebbe diventare ora una prima linea di trattamento contro questo tipo di depressione.
“Si tratta di uno studio molto importante – ha detto Stefano Pallanti – che sottolinea l’eccellenza in Italia della ricerca fiorentina in questo campo e che promuove una metodologia semplice nel trattamento della depressione farmaco-resistente: ulteriori studi dovranno confermare questi risultati su cui ci siamo anche confrontati a livello internazionale con il direttore del centro per la Brain stimulation della Columbia University di New York, Sarah H. Lisanby”.