giovedì, 28 Marzo 2024
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Legambiente: ”Riflettori puntati sulla sicurezza della nave, non sull’udienza”

È quanto annunciato da Legambiente questa mattina, in coincidenza con l'apertura dell'udienza a Grosseto. I lavori di rimozione sono già in ritardo di due mesi a causa di irregolarità del fondale riscontrati dalla protezione civile.

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Legambiente chiede i riflettori puntati più sul problema di rimozione della nave, piuttosto che “sul futuro di Schettino”.

L’ANNUNCIO. Che l’attenzione di tutti sia rivolta ai problemi del fondale sottostante la Costa Concordia, non solo all’udienza in scena a Grosseto: ecco quello che ha chiesto Angelo Gentili, segretario nazionale di Legambiente. “Chi ha sbagliato deve pagare, e anche in maniera salata, sia dal punto di vista penale che del risarcimento dei danni economici ed ambientali, – ha detto – ma non vorremmo che lo spettacolo mediatico creato intorno all’udienza di Schettino finisca per mettere in secondo piano i lavori di messa in sicurezza della nave che sono già slittati di due mesi rispetto alla prima scadenza del 31 agosto”.

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I LAVORI. I lavori di messa in sicurezza della nave naufragata il 13 gennaio scorso a largo dell’isola del Giglio – viene spiegato – sono in ritardo, perché anche la protezione civile ha riscontrato dei problemi nel fondale sottostante la Concordia.“I lavori hanno subito un ritardo dovuto anche – continua Gentili – alla presenza di forti irregolarità degli strati superficiali del granito sul fondo marino e di fessurazioni nella roccia sottostante”.

LA RICHIESTA. Gentili chiede quindi alle autorità e alle istituzioni competenti di continuare a monitorare in maniera dettagliata e puntuale la messa in sicurezza della nave e di non distogliere l’attenzione da quella che è una fase importante e molto delicata dei lavori. “Si tratta di un lavoro molto delicato, mai tentato e che comporta rischi – ha concluso Gentili – e noi preferiamo porre l’attenzione su questo, invece che sul futuro di Schettino che rischia di diventare il simbolo grottesco di un’Italia che vogliamo cambiare: quella degli inchini e dell’irresponsabilità verso l’ambiente e la bellezza”.

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