venerdì, 23 Maggio 2025
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Lucchini: operai sul silos per protesta e sciopero della fame

Si trovavano da ieri pomeriggio sopra un silos di varie decine di metri tre operai della Lucchini, per chiedere a banche e governo di salvare lo stabilimento. Ma la pioggia della scorsa notte li ha costretti a scendere. Continua però lo sciopero della fame di altri due lavoratori.

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Si trovavano da ieri pomeriggio sopra un silos di varie decine di metri tre operai della Lucchini, per chiedere a banche e governo di salvare lo stabilimento. Ma la pioggia della scorsa notte li ha costretti a scendere. Continua però lo sciopero della fame di altri due lavoratori.

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NOTTI AD ALTA QUOTA E SCIOPERO DELLA FAME. Alessandro Martini (Fiom), Gianluca Rombai (Fim) e Nicola Zagni (Uilm) sono i tre operai, delegati delle Rsu, saliti ieri sopra il silos dello stabilimento di Piombino per issare uno striscione con scritto “Salviamo lo stabilimento”. Mirko Lami, coordinatore Rsu dello stabilimento Lucchini-Severstal di Piombino, da qualche giorno è in sciopero della fame per far conoscere la situazione attuale della vertenza che interessa lo stabilimento in cui lavora. A Lami si è aggiunto successivamente Paolo Francini, sempre operaio Lucchini e consigliere comunale a Castagneto Carducci.

SCIOPERO E CORTEO. I tre si erano arrampicati sulla struttura nel corso della manifestazione di protesta organizzata dai sindacati. Per due ore, dalle 14.00 alle 16.00, i lavoratori della Lucchini hanno scioperato dando vita a un corteo che si è sviluppato per le vie del centro. Un’altra azione intrapresa dai lavoratori è stata quella di bloccare per alcuni minuti il traffico da e verso l’isola d’Elba. Grande assente la città. In piazza infatti c’erano i sindaci della Val di Cornia e dei comuni limitrofi, assessori e politici, associazioni di categoria, ma non c’erano i cittadini, non c’era la città di Piombino.

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lucchini-operaioDEBITO DA 770 MILIONI, SERVE UN PIANO INDUSTRIALE. Queste iniziative puntano a premere sulle banche che, mercoledì 6 luglio, si incontreranno col governo e dovranno decidere se firmare o meno l’accordo per la ristrutturazione del debito da 770 milioni. In alternativa per il gruppo siderurgico si aprirebbe lo scenario dell’amministrazione straordinaria. Ma senza un piano industriale serio i soldi delle banche daranno solo qualche mese in più di autonomia.

LE BANCHE E IL GOVERNO INTERVENGANO”. Solidarietà ai lavoratori in sciopero della fame è giunta dai sindacati, che chiedono alle banche e al governo di agire con risolutezza. “L’evolversi di questa vicenda – dichiara il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere – dimostra l’inadeguatezza del governo ad intervenire per affrontare le crisi più serie. In questo caso la vicenda è aperta da troppo ed è urgente, nelle prossime 24 ore, risolvere i problemi aperti tra le banche creditrici e l’azienda per rendere possibile – conclude – il prosieguo dell’attività produttiva del gruppo”.

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