Dovrebbe arrivare a giorni la “talpa” che dovrà “bucare” il suolo sotto Firenze per farci passare i treni ad Alta velocità. L’inizio degli scavi è previsto per ottobre. Con la Val di Susa ancora in subbuglio, le polemiche si infiammano anche in Toscana.
COMITATO. Il Comitato contro il sottoattraversamento Tav di Firenze, una delegazione del quale ha appena fatto rientro dalla Val di Susa, è pronto a dare battaglia ai cantieri fiorentini. “Riteniamo intollerabile l’arroganza, ormai consueta, con cui agiscono amministratori, politici, potentati economici – si legge in una nota del Comitato – a braccetto per difendere i grossi interessi in gioco (ma non certo nell’interesse di tutti, non della città)”.
RIFIUTI. A far indignare i comitati adesso è soprattutto la questione dei rifiuti. Le terre di scavo che deriveranno dalla realizzazione del tunnel (parliamo di 3 milioni di metri cubi di materiale) sono infatti classificate come “rifiuti speciali” e pertanto non conferibili in discarica. Sulla loro destinazione, però, al momento c’è ancora un punto interrogativo.
LEGGE ‘AD TRENUM’. Si teme adesso una legge “ad trenum” (anziché ad personam): sullo smarino incombe l’ombra di un decreto legge ad hoc che “trasformi” le terre di scavo in semplici rifiuti da discarica. A rendere tossico il materiale di scavo sono proprio i solventi che vengono utilizzati dalla talpa per ammorbidire il terreno. E’ ancora da valutare, però, in che misura queste terre siano inquinate e dunque come possano essere classificate.
PIANO DI SMALTIMENTO. Altre questioni in sospeso, secondo il Comitato, riguardano appunto le autorizzazioni allo smaltimento e il piano di trasporto: se fosse scelto quello su gomma, per trasferire i rifiuti ci vorrebbero almeno 100mila camion. Un notevole costo non solo in termini economici ma anche ambientali e di qualità della vita per i residenti.
COSTI. A chiedersi chi coprirà i costi è anche Ornella De Zordo, consigliera comunale di Perunaltracittà da sempre contraria al sottoattraversamento. “Aspettiamo risposte serie e chiare a questi interrogativi, che rendono l’opera sempre più assurda. Non vorremmo che – dichiara la De Zordo – con un gioco di prestigio all’italiana, il Ministro Prestigiacomo cambiasse per decreto la natura del ‘rifiuto’, come si sente dire. Anche nel paese delle mille leggi ad personam sarebbe troppo”.