Cambiano le regole per la qualità dell’aria nella nostra regione. Cresce il numero di giorni in cui è consentito il superamento dei limiti di Pm10 (da 7 a 35 giorni l’anno); la Regione potrà intervenire se i sindaci non agiranno in tempo contro l’inquinamento atmosferico; modificati anche i criteri per valutare la qualità dell’aria. Queste le novità decise della giunta regionale, che ha deliberato l’adeguamento delle norme locali alla direttiva europea del 2008, recepita dal governo italiano in ritardo nel 2010.
PROVVEDIMENTI ANTISMOG. In caso di sforamenti, i sindaci dovranno predisporre misure entro il quindicesimo giorno, per ridurre l’inquinamento. I provvedimenti vanno dall’incentivazione dell’uso dei mezzi pubblici, alla limitazione dell’uso del mezzo privato fino alla riduzione temporanea dell’uso del riscaldamento o il blocco del traffico. Ma potranno intervenire anche prima, se lo riterranno opportuno.
LA NUOVA RETE DI CENTRALINE. Cambia il modo in cui sono calcolate le Pm10: in base alle indicazioni europee e statali, i superamenti diventano significativi solo se avvengono nelle stazioni di rilevamento installate nelle zone dove si può registrare la reale esposizione media della popolazione allo smo e non nelle stazioni collocate nelle strade di maggior traffico. E’ stata così ridisegnata la rete regionale per il monitoraggio della qualità dell’aria, che conta ben 32 postazioni.
I COMUNI A RISCHIO. Secondo i dati di Arpat, sono 14 comuni toscani in cui esiste il rischio di superamento dei valori limite di polveri sottili. Territori che rappresentano delle “spie” per gestire l’emergenza. Otto sono in provincia di Firenze: Bagno a Ripoli, Scandicci, Lastra a Signa, Signa, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano e Firenze. Uno nell’area Pistoia – Prato (Montale); quattro nel Valdarno pisano e nella piana lucchese (Capannori, Lucca, Porcari e Montecatini Terme).