giovedì, 12 Dicembre 2024
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Occupazione più “rosa”

Cresce costantemente l’occupazione femminile in Toscana, che si conferma così in ottima posizione, non solo tra le regioni italiane, ma anche rispetto alla media europea.

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Anche se resta ancora molto forte il gap occupazionale tra i due sessi. I dati più recenti li ha portati l’assessore alle pari opportunità al convegno ‘Il lavoro delle donne’, che si è tenuto oggi a Siena, organizzato dalla Cgil senese nell’ambito delle celebrazioni per i 100 anni dell’8 marzo.

Nel terzo trimestre 2007, gli occupati in Toscana sono cresciuti complessivamente del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2006: ma il balzo dell’occupazione femminile è stato del 5%, a fronte di un molto più contenuto +1,2% di quella maschile. In termini assoluti, le donne al lavoro nel terzo trimestre 2007 sono risultate 679.000 a fronte delle 647.000 del 2006.

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Si è confermato il trend di crescita già registrato nel 2005 e nel 2006: nel terzo trimestre 2007 il tasso di occupazione (donne occupate tra le donne in età 15-64 anni) è salito dal 55% di un anno prima al 57,2%. “Una crescita – commenta l’assessore alle pari opportunità Susanna Cenni – che dimostra che l’obiettivo di Lisbona fissato al 60% per il 2010 è raggiungibile, anche se tutt’altro che scontato”.

E’ ancora molto accentuato, però, lo scarto tra i due sessi: nella fascia di età 35-45 anni, il tasso di occupazione maschile è del 95,1, quello femminile del 73,9; ma cresce ancora nella fascia 45-54 anni, e soprattutto nella fascia di età centrale adulta, in concomitanza con le difficoltà delle donne a rimanere sul mercato del lavoro nella fase di maggior impegno nella cura dei figli piccoli.

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In particolare, nel lavoro femminile si riscontrano situazioni di protratta precarietà e modesta qualità professionale. Nel 2006 in Toscana le lavoratrici part-time erano 182.000, una quota pari al 28% delle occupate (con un picco del 31% nella fascia di età 31-39, quella in cui è più intenso l’impegno di cura dei figli), un dato superiore alla media italiana.

“Per questo – ha detto l’assessore alle pari opportunità – le politiche di conciliazione rappresentano uno dei cardini per incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e favorire così l’aumento dell’occupazione femminile in un contesto di pari opportunità e abbattimento delle barriere discriminanti. Parlare oggi di politiche di genere e promozione delle pari opportunità vuol dire proprio affrontare queste problematiche”.

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L’assessore ha ricordato tutte le iniziative intraprese finora dalla Regione su questo fronte: dal Piano regionale di sviluppo 2006-2010, in cui si dice molto chiaramente che ‘non c’è sfida sul futuro senza attenzione alla componente femminile’, alla delibera del 2006 che introduce i parametri di genere nei bandi regionali; dal documentario ‘Tempi di lavoro, tempi di vita: la conciliazione difficile’, realizzato a fine 2007 e in fase di distribuzione in scuole, associazioni, enti locali, alla legge regionale sulla cittadinanza di genere, che dovrebbe essere approvata entro il 2008 dal Consiglio regionale, e prevede strumenti come i Patti territoriali di genere e l’Albo delle competenze e dei talenti femminili, a cui attingere per le nomine, quando si riscontrino scostamenti dalla percentuale prevista del 50%.

“La Regione – ha sottolineato l’assessore – sta rafforzando le iniziative per conciliare tempi di vita e di lavoro, impegno professionale e familiare. Perché se è vero che aumentare quantità e qualità dell’occupazione femminile è un fattore essenziale dello sviluppo, è altrettanto vero che ciò non può avvenire senza assumere un’ottica di genere, una cultura dell’uguaglianza che ancora stenta ad affermarsi nella società”.

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