sabato, 20 Aprile 2024
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Schettino all’asciutto sugli scogli, parla il comandante in seconda

Mentre la nave affondava, Schettino era all'asciutto sugli scogli. Questo è quanto dichiarato da Dimitrios Christidis, che avrebbe assunto l'incarico di secondo comandante della Concordia il 14 gennaio, all'arrivo nel porto di Savona.

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Dimitrios Christidis avrebbe assunto l’incarico di secondo comandante della Concordia il 14 gennaio, il giorno dopo il naufragio, all’arrivo nel porto di Savona. La sera dell’incidente era un comune passeggero della nave. Ha dichiarato che mentre questa affondava, Schettino era all’asciutto sugli scogli.

A NUOTO VERSO GLI SCOGLI. Dimitrios Christidis ha partecipato con gli altri membri dell’equipaggio alle operazioni di soccorso, fino a quando si è gettato in mare a causa dell’inclinazione della nave. Una volta in acqua ha raggiunto a nuoto la scogliera dove ha trovato il comandante Francesco Schettino, “perfettamente asciutto a differenza di me che ho raggiunto a nuoto la scogliera ed ho cercato di aiutare i naufraghi a salire sugli scogli stessi”. Christidis è stato sentito come testimone lo scorso sabato 14 gennaio.

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L’IMPATTO ‘RACCONTATO’ DA DIMITRIOS. Al momento dell’impatto Christidis era nella sua cabina “a guardare la trasmissione Zelig”: ad un tratto, afferma, “ho percepito un’accostata rapida, dopodiché un sussulto come se la nave stesse vibrando e virando allo stesso tempo. Poi ho notato che la nave iniziava leggermente ad inclinarsi… Mi sono precipitato fuori dalla mia cabina iniziando a correre nel corridoio per recarmi immediatamente verso la sala comando”. Qui c’era Schettino “oltre a qualche altra persona di cui non ho adesso memoria”, al quale Christidis chiede cosa stesse accadendo: “mi ha risposto che sicuramente la nave si era incagliata sul basso fondale”. A questo punto il secondo comandante afferma di essere sceso in sala macchine insieme ad altri ufficiali. Qui “continuava a salire il livello dell’acqua” ed ha informato, telefonicamente, della situazione la sala comando, dove poi è tornato.

ABBANDONARE LA NAVE. Dimitrios continua, “In accordo con il comandante” l’ufficiale è poi sceso al ponte 4 per “mettere in atto i suoi ordini per l’abbandono della nave. Sino a che ho avuto il tempo di approntare le lance e farvi salire i passeggeri sono rimasto sul ponte della nave”, quando poi il ponte ha cominciato ad immergersi “e non c’era più tempo di approntare le zattere ho spronato e spinto tutti i passeggeri a tuffarsi in acqua per raggiungere la scogliera. Pur non avendo il giubbotto salvagente anche io mi sono tuffato in acqua ed ho aiutato i naufraghi ad arrivare a terra aiutato anche da altri colleghi. Raggiunta anch’io la scogliera … ho visto che c’era già il comandante della nave che stava guardando la stessa che continuava ad inclinarsi. Ho chiesto quali erano le sue intenzioni, ricevendo la risposta di mandare via i passeggeri in quanto lui sarebbe rimasto sul posto per poter controllare la situazione… Il comandante non si presentava bagnato e stava parlando al telefono con la società”.

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L’INTERVENTO DEI CARABINIERI. Christidis ricorda che “dopo poco sono intervenuti anche dei carabinieri in nostro soccorso che avevano suggerito al comandante più volte di lasciare il luogo e raggiungere la base di accoglienza. Il comandante è voluto rimanere sul posto ed allora ho deciso di restare anch’io con lui cercando di convincerlo ad andar via in quanto non aveva senso restare sugli scogli”. I due hanno poi lasciato la scogliera su di “un’imbarcazione arancione con a bordo due personaggi con dei caschi arancioni che ci hanno invitato in maniera molto energica a salire con loro per portarci non so dove”. Invece Schettino “ha chiesto di portarlo a vedere la nave con il gommone. L’equipaggio acconsentiva ma veniva redarguito per radio di andare in porto in osservanza degli ordini ricevuti”. Una volta raggiunto il porto Schettino e l’ufficiale si sono separati e da quel momento Christidis non sa più dove si andato il comandante.

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